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Frediani e la Battaglia di Salamina: una Piacevole Lezione di Storia

Creato il 01 aprile 2015 da Dietrolequinte @DlqMagazine
Frediani e la Battaglia di Salamina: una Piacevole Lezione di Storia

Andrea Frediani è uno dei più prolifici e validi autori di romanzi storici, capace come pochi altri di far rivivere, nelle pagine di un libro, personaggi da noi lontanissimi nel tempo, eppur tanto vicini nel sentire e nell'agire.

Con 300. Nascita di un Impero - La battaglia di Salamina (Newton Compton, 2014) si chiude una sorta di ciclo che aveva visto la sua genesi con 300 guerrieri - La battaglia delle Termopili (Newton Compton, 2010) ed era poi proseguito con Marathon - La battaglia che ha cambiato la storia (Newton Compton, 2011).

Leonida ed i suoi 300 spartani sono caduti alle Termopili, ma il loro sacrificio non è stato vano: i greci hanno avuto il tempo di costituire un esercito e di evacuare le zone minacciate dai persiani del gran re Serse. L'eroica e disperata resistenza di Atene, già abbandonata dai più, dopo una serie di sanguinosi assalti, è alla fine vinta e Serse, per spregio, ordina l'incendio del simbolo della città: l'Acropoli. La Grecia è ormai sull'orlo del baratro ed il rischio di soccombere per sempre all'impero persiano è quanto mai palpabile; Temistocle comprende che la battaglia finale non può che essere combattuta sul mare, Euribiade preme invece per uno scontro sulla terraferma. Alla fine deciderà il fato, indirizzato da parole e azioni umane: sarà nel mare antistante all'isola di Salamina che i Greci si giocheranno le loro ultime carte per sopravvivere e restare liberi. Siamo nel 480 a.C. ed in palio c'è il dominio sul mondo allora conosciuto.

Per la prima volta l'alleanza ellenica è formata da quasi tutti i popoli della Grecia, fin lì spesso in lotta fra loro. Atene e Sparta, con le loro opposte forme di governo, sempre in competizione per l'egemonia su tutta la Grecia, questa volta uniscono le forze per arginare l'avanzata persiana. Mettere d'accordo "gli alleati" e decidere chi sarà il capo supremo dello schieramento è già impresa titanica: gli ateniesi spingono, infatti, per Temistocle, gli spartani per Euribiade, ognuno con la propria visione strategica della guerra (naturalmente quella più vantaggiosa alla propria Polis).

Ma anche nello schieramento persiano, pur soggiogato dal potere assoluto di Serse, non mancano invidie, contrasti e lotte intestine tra i satrapi per attirarsi la benevolenza del sovrano e la correlata fetta di potere personale. Un ruolo importante finirà per giocarlo la regina di Alicarnasso, Artemisia, che riuscirà ad influenzare, e non poco, Serse.

Come è consuetudine della tecnica narrativa di Frediani, dallo scenario generale si scende al particolare raccontando le vicende di quattro personaggi, vicende intrecciate a filo doppio con la "Storia". Lo stile asciutto e lineare, scorrevole e senza fronzoli, aiuta il lettore ad entrare, fin dalle prime pagine, nell'atmosfera carica di tensione e di aspettative dei protagonisti, sia quelli importanti, sia quelli "insignificanti", dimenticati ormai da tempo e sconosciuti già ai contemporanei, che contribuirono però, con le loro azioni ed il loro sangue, a determinare il corso degli eventi.

Abilissimo nella ricostruzione strategica delle battaglie, Andrea Frediani ha la rara capacità di riuscire poi a dettagliarne minuziosamente lo svolgersi scendendo nel vivo della mischia, e, in quest'occasione, ci ritroviamo catapultati così vividamente sulle triremi, elleniche e persiane, da avere quasi l'impressione di ballare sul ritmo delle onde, assordati dai secchi boati di remi spezzati e di rostri che squarciano il legname delle fiancate portando l'inferno sia sopra che sottocoperta.

Il sangue scorre a fiumi tingendo di rosso il mare di Salamina; arti amputati, corpi martoriati, urla, paura, dolore: nulla ci viene risparmiato, tutta la gamma di sentimenti e sensazioni di una battaglia ci viene restituita nella sua drammatica, tragica, spettacolarità.

È però nella ricostruzione psicologica dei protagonisti che si valuta la capacità narrativa di un autore e Frediani riesce a dar vita a figure che non sono mai di carta, ma di carne e sangue. Personaggi che hanno un cuore ed un'anima, credibili sia che si tratti di figure storiche come Serse, Euribiade e Temistocle, sia che si tratti di personaggi inventati o la cui memoria si è persa nella notte dei tempi.

Tra questi, i protagonisti della vicenda secondaria che, poi, finirà per determinare quella generale: Basilide, uno spartiata sciancato, scacciato da Sparta e fattosi mercenario, perennemente in bilico tra onore e dovere, che antepone sempre alla felicità personale; Labda, un'ancella fuggita dalla sua padrona, innamorata di un uomo che ama un'altra, con cui è costantemente in competizione; Diceo, un reduce delle Termopili, bello e forte, audace e guascone, almeno finché non verrà, a sua volta, "colpito" da Cupido; Artemisia, la tiranna di Alicarnasso, amante e consigliera di Serse, affascinante e spietata, che riversa nella scalata al potere tutte le sue frustrazioni di donna abbandonata dal suo uomo.

Proprio nel disvelare il misterioso passato comune che lega Artemisia a Basilide e Labda, i soli che conoscono i suoi punti deboli e possono neutralizzarla, si articola la parte più avventurosa e sentimentale del narrato.

Il finale, ad effetto, ma tutto sommato prevedibile, regala il classico happy end, di matrice hollywoodiana, ma in decisa controtendenza rispetto alla tradizione della tragedia greca, ricca di eroi dalle mille sfaccettature, destinati, quasi sempre, ad una fine drammatica e truculenta.

Un romanzo, dunque, che non delude gli amanti del genere, si legge tutto d'un fiato e non va confuso con 300 - L'alba di un impero, pellicola diretta da Noam Murro ed interpretata da Sullivan Stapleton (Temistocle) ed Eva Green (Artemisia).


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