“Fremiti della materia” è il titolo della mostra di Gian Pietro Ceoldo che la Galleria Samonà, di via Roma a Padova, ha allestito dal 3 al 19 ottobre 2014. Organizzata dall’Assessorato Cultura e Turismo del Comune di Padova, compendia in queste tre parole esattamente ciò che il pubblico andrà a vedere.
La passione principale di Gian Pietro Ceoldo, nato a Vigonza nel padovano nel 1941, èl a scultura. L’elemento privilegiato è il legno, ma negli anni, all’opera scultorea si è affiancata una produzione grafica.
Per meglio dire, l’una è divenuta il punto di riferimento dell’altra, permettendo così al versatile artista di compiere una stessa ricerca su piani differenti.
L’arte di Ceoldo nasce da studi specialistici che egli ha compiuto da ragazzo, partendo dall’idea che l’arte scultorea sia frutto di una ricerca continua e di una sfida con la materia.
Le sue statue, sono quasi sempre di dimensioni monumentali, e rappresentano le varie tappe di uno studio approfondito sul tema del movimento. Emerge il desiderio di rappresentare il dinamismo della forma, la sua metamorfosi, attraverso la figura umana.
Il tutto tondo di Ceoldo risponde al bisogno di inserire pienamente le forme nella natura e nello spazio, per poter dialogare in modo totalitario con l’ambiente. Esse richiedono un occhio attento, che sveli i misteri che si celano dietro alla loro simbologia.
Anche quando utilizza il ferro, materiale ostico, le forme mantengono una naturale inclinazione a fondersi con l’ambiente, in qualità di entità sublimate, punto d’unione fra terra e cielo. La gamma delle emozioni umane è rappresentata con inequivocabile forza: caducità e solitudine, così come amore e passione.
I dipinti, dai colori accesi e brillanti, mi hanno ricordato i pittori russi del Ventesimo secolo, in primis Marc Chagall.
E soprattutto, quello che colpisce è l’estremo eclettismo di questo artista, che utilizza diversi materiali, dal legno, al ferro, al bronzo. Egli sa essere valente pittore e scultore in egual misura, a testimoniare che il concetto di arte sia molto vasto, e che nessun termine pregiudichi o escluda l’altro.
Written by Cristina Biolcati