- Anno: 2014
- Durata: 135'
- Distribuzione: CG Entertainment
- Genere: Thrillerr
- Nazionalita: Francia, Belgio
- Regia: Cédric Jimenez
Nella Marsiglia proletaria degli anni settanta è ambientato questo film, seconda opera del regista Cédric Jimenez, che strizza palesemente l’occhio a tutta una cinematografia di genere, quella del gangster movie, opponendo, quasi fossero un doppio somatico, il giudice Pierre Michel, intrepretato dalla nuova star del cinema francese Jean Dujardin, e il malavitoso boss della droga Gaetan Zampa, nei cui panni troviamo il navigato Gilles Lellouche. Scontro totale, nella misura in cui la lotta comporta per entrambi una completa dedizione, specialmente per il giudice Michel, che dovrà rielaborare le categorie del conflitto e mettere in gioco anche la propria vita privata, inevitabilmente compromessa dalla portata della sua missione. Riecheggia non poco in questo inseguimento senza esclusione di colpi la battaglia tra Robert De Niro e Kevin Costner ne Gli Intoccabili di Brian De Palma, ma anche la caccia condotta da Al Pacino, sempre per acciuffare Robert De Niro, in Heat – La sfida di Michael Mann. Per cui, è inutile negarlo, assistiamo con French Connection a qualcosa di in qualche modo già visto, ma non mancano alcune specifiche caratteristiche che rendono comunque la fruizione dell’opera gradevole, considerando l’alto tasso di azione e la specifica ambientazione che, seppur sfuggevolmente, rimanda a un periodo storico in cui la Francia vide divenire presidente François Mitterrand.
French Connection è liberamente ispirato a fatti realmente accaduti e tale connotazione dona un valore aggiunto al complesso, anche se, probabilmente, si sarebbe potuto costruire un’architettura di più ampio respiro per fornire una dimensione epica più consistente; ciò non toglie che le oltre due ore di visione scorrono piacevolmente man mano che la trama si intreccia, e il confronto tra una fazione e l’altra viene fortemente alterato dal grado di massiccia infiltrazione della malavita marsigliese nelle istituzioni, a partire proprio dalla stessa polizia. Assai gradevoli anche le ricostruzioni delle ambientazioni, a partire dalle scenografie fino ad arrivare ai costumi e alla brillante musica anni ’70 che fa da azzeccatissimo contrappunto allo scorrere degli eventi, in cui si susseguono vari colpi di scena. La specularità dei due protagonisti, entrambi dotati di una famiglia che amano e di un ambiente in cui sono perfettamente integrati, pone una certa riflessione sulla corretta percezione di ciò che è giusto e ciò che non lo è, i confini dei due mondi di fanno sempre più labili, e l’umanità del giudice e del boss abbatte le barriere che segnano la distanza tra due modalità di approcciarsi all’esistenza. Fare la guerra alla malavita comporta un mortale rischio per la propria vita, che viene sistematicamente minacciata, a partire dalla solidità dei legami famigliari che inevitabilmente si sfilacciano, ponendo accesi interrogativi sull’opportunità di portare avanti la lotta, di cui, col passar del tempo, si perde inesorabilmente il senso. È un corpo a corpo che produce reciproca violenza, un gran numero di morti da entrambi le parti, e il giudice Michel arriverà ad immolarsi pur di compiere il suo dovere, anche se emergono nel film alcune caratteristiche della sua personalità (in passato era dipendente dal gioco) che fanno presagire un disturbo che lo induce a portare a tutti i costi a termine la fatale partita cominciata con il boss Zampa.
Inseguimenti di auto, sparatorie, fiotti di sangue, approfondimento psicologico di personaggi, dinamiche sentimentali: non manca nulla in questo elaborato film poliziesco in cui lo spettatore è sempre tenuto sul filo dell’attenzione, per seguire con trepidazione il dipanarsi delle vicende. Un buon film, dunque, che merita di certo una visione. French connection è ora disponibile in dvd, distribuito da CG Entertainment, corredato da una sezione extra con Making of (con interviste ai protagonisti e al regista), scene tagliate e trailer.