Parliamoci chiaro: nel genere “polar” i francesi sono imbattibili. Lo dimostrò in modo inequivocabile nel 2005 quella perla intitolata 36 Quai des Orfèvre di Olivier Marchal, lo conferma dieci anni dopo French Connection (La French) di Cedric Jimenez.
French Connection, filologicamente curatissimo nei costumi anni Settanta, sa ricreare il calore e i colori di quegli anni, in una fotografia da vecchia polaroid conservata in un nobile negozio d’antiquariato, sferzata dal sole accecante e battente della costa francese. Ma forse il maggior pregio di French Connection sta nell’essere riuscito a ricreare le atmosfere di quarant’anni fa con il ritmo del cinema moderno, guardando sì al passato ma convertendolo all’oggi.
French Connection a noi spettatori italiani potrà facilmente ricordare i nostrani Romanzo Criminale e Vallanzasca di Michele Placido, ma a quest’ultimi il film di Jimenez fa letteralmente le scarpe, e poi le lucida come il più abile degli sciuscià. Insomma, l’opera seconda di Cedric Jimenez coinvolge, appassiona, stupisce, verso una vera e propria insolazione di grande cinema come solo i francesi sanno fare…
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