Sì, il World Trade Center. Ma non nella nostra realtà. In una realtà alternativa dove le cose sono molto simili ma appena un po’ differenti. O in questo caso, molto differenti. Abbiamo capito sicuramente ciò che ci è stato raccontato poco per volta durante la prima metà di Fringe che c’è senza dubbio una realtà alternativa e che sì, possiamo raggiungerla.
Mentre la soddisfazione di vedere William Bell (guest star Leonard Nimoy) è stata veloce e dolce, immagino che conosceremo molto di più dell’uomo del mistero nella prossima stagione e del suo vero ruolo in tutto questo, così come i suoi collegamenti, se ce ne sono, con il culto della ZFT che ha fatto esperimenti sulla popolazione nella nostra realtà. Visto che Nicholas Boone, seguace della ZFT da “Midnight”, disse alla squadra Fringe prima di morire che Bell non era dietro al culto della ZFT ma il loro finanziatore e che anche il teorico della cospirazione di “The Road Not Taken” disse la stessa cosa, probabilmente deve dare qualche spiegazione.
Garantito, non sembra che stia lavorando con loro data l’associazione di Nina Sharp, amministratore delegato della Massive Dynamic, con il fondatore, Bell, e dato che la Sharp ha lavorato con la squadra Fringe per fermare l’attraversamento di David Jones in una dimensione alternativa per uccidere o rapire Bell. Ancora, potrebbe succedere che la Sharp e Bell siano dietro a tutto questo e che Jones fosse il bravo ragazzo. A questo punto non lo sappiamo. Ma dato che Jones ha sparato alla Sharp e le ha preso la sorgente di energia dal braccio per attivare il dispositivo di passaggio nell’altra dimensione, non possono essere considerati amici.
Abbiamo scoperto un’altra cosa quasi eguale come importanza. Che Peter Bishop (Joshua Jackson) non proviene dalla nostra dimensione ma da questa realtà alternativa. Un po’ di tempo fa dissi – quando abbiamo saputo che Peter ebbe un incidente quando era piccolo e che Walter (John Noble) dovette riportarlo in vita e curarlo per rimetterlo in salute che Peter non era la stessa persona che era originariamente. A quel tempo, pensai che Walter lo avesse clonato e che Peter fosse davvero morto quel giorno. Avevo ragione ma la spiegazione di Walter che ha viaggiato nella realtà alternativa per riprendere qualcosa di importante che aveva perso rende il tutto perfino più appetitoso.
Ovviamente, questo crea una situazione complessa riguardante il motivo per cui Peter è esattamente com’è sempre nei guai, in contatto con folle sbagliate di elementi criminali e veloce a giudicare – visto che proviene da una realtà distorta dove le cose sono un po’ più diverse, o in questo caso, Peter è un po’ distorto.
Ma è così che deve essere un finale, specialmente per uno show nella sua prima stagione. Ritmo veloce, che scivola via e lascia senza fiato con abbastanza risposte e più domande che ci fanno pregare per avere qualcosa in più. Non vedo l’ora di saperne di più con la prossima stagione.
Parlando di domande, qui ce ne sono alcune che rimangono aperte in “There’s More Than One of Everything”. Non sappiamo ancora nulla dell’Osservatore a parte che lui sembra conoscere ed essere in grado di attraversare entrambe le dimensioni e che conosce Walter. Perché Nina ha un dispositivo così potente nel braccio? Perché il culto della ZFT ha bisogno di William Bell? O vuole ucciderlo? Cosa lo rende così speciale se non è lui che li finanziava insieme ai loro pazzi esperimenti? Se è così difficile raggiungere l’altra parte, l’altra realtà, perché il culto della ZFT si sta preparando ad una guerra? Ma è davvero poi così difficile arrivare dall’altra parte dato che Olivia ci è riuscita solo prendendo un ascensore? Se c’è “più di uno di tutto”, significa che ci sono due Olivia? Due Charlie? Due Walter? Due Nina? Due Osservatori? Sappiamo che è rimasto solo un Peter. Se entrambe le dimensioni si assomigliano, perché sta per scoppiare una guerra? Se c’è “più di uno di tutto”, significa che solo uno può vivere nello stesso posto? Anche gli scienziati nella realtà alternativa stanno lavorando su esperimenti per la guerra che verrà?
Fonte: www.ifmagazine.com, articolo di Emerson Parker