San Francisco è una città che ho sempre sognato di visitare. Sin dagli anni del liceo, quando nella mia mente era soltanto ‘Frisco’, un groviglio di strade ondulate affacciato sull’oceano, in cui si consumavano le bevute, e le notti folli al ritmo del Be-bop, dei protagonisti della Beat Generation. Per questo la visita al quartiere di North Beach è stata particolarmente emozionante. Entrare nella City Lights Books, fondata da Ferlinghetti negli anni Cinquanta, che per prima aveva coraggiosamente pubblicato le opere di Ginsberg, Kerouac, Burroughs, Corso e tanti altri. Respirare l’atmosfera, sfiorare gli scaffali. Poi uscire e infilarsi nella Jack Kerouac Alley, vicoletto adornato di murales, in cui si dice Kerouac finisse spesso a smaltire le sbornie. E poi ancora entrare da Vesuvio, il bar a fianco della libreria frequentato dai Beatniks, sedersi a un tavolo al piano superiore, guardare fuori dai vetri e immaginarsi la Frisco degli anni Cinquanta e Sessanta, naturalmente stringendo un bicchiere tra le mani. I viaggi sui treni merci, l’autostop, le bevute e la marijuana, le nottate sulla strada, le poesie infuocate, il Jazz, l’India, la malinconia che stringeva lo stomaco.
Perdersi in queste vie e fantasticare è il modo migliore per respirare quello che resta dell’atmosfera di quei tempi andati.
Volendo, si può anche visitare il museo sulla Beat Generation (540 Broadway, ingresso 5$), a due passi dalla libreria, pieno di cimeli, manoscritti e informazioni sui protagonisti di questo straordinario movimento culturale.
“Perché per me l’unica gente possibile sono i pazzi, quelli che sono pazzi di vita, pazzi per parlare, pazzi per essere salvati, vogliosi di ogni cosa allo stesso tempo, quelli che mai sbadigliano o dicono un luogo comune, ma bruciano, bruciano, bruciano, come favolosi fuochi artificiali color giallo che esplodono come ragni attraverso le stelle e nel mezzo si vede la luce azzurra dello scoppio centrale e tutti fanno Oooohhh”
Jack Kerouac – Sulla strada