L’indagine, condotta con la collaborazione dell’Istituto zooprofilattico sperimentale di Latina e coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Frosinone con il sostituto procuratore Rita Caracuzzo, è scaturita dalla denuncia di un allevatore di bufale al quale erano stati abbattuti 106 animali, poichè erano risultati positivi alla tubercolosi. Da quell’allevamento, l’inchiesta si è allargata ad altre strutture. L’ipotesi investigativa è che la responsabilità della diffusione della malattia potesse essere stata determinata dagli stessi Veterinari.
I veterinari, da quanto è emerso, avevano redatto una documentazione falsa che attestava la regolarità dell’attività svolta. In diversi casi è stata accertata l’esecuzione delle attività in giorni in cui i sanitari erano addirittura assenti dal servizio. I medici però avevano egualmente percepito gli emolumenti previsti per il servizio, truffando così il Servizio sanitario nazionale per circa 200mila euro e causando un concreto pericolo per la salute pubblica.