Visto in DVD.
Diciamolo l’idea è ottima, ma presenta il solito problema, il fattore Open water. Come intrattieni il pubblico con un film tutto ambientato in uno stesso, piccolissimo posto se hai pochissimi personaggi? Green azzecca bene l’inizio, caratterizza i ragazzi, crei conflitti striscianti e rapporti di forza che poi dovrebbero esplodere quando la crisi vera si concretizza (spoiler, non succede). E questo lo fa senza stancare, annoiare o affogare in dialoghi troppo idioti.
Poi arriva la crisi, tutti si chiedono che si fa, e anche Green se lo deve essere chiesto, e intrattiene con saggezza con scene splatter, danni fisici, dolore e morte inframmezzate da dialoghi che distendono la tensione (spoiler, non c’è tensione).
Ultimo inghippo il finale, che deve potare al massacro più ampio possibile, ma se non si vuol deludere il pubblico meno intransigente deve anche portare qualcuno alla sopravivenza in maniera assennata (spoiler, almeno i questo direi che Green riesce, mi ha dato fastidio come finale perché è inconcludente, ma ha senso).
Quindi direi che Green il compito lo ha portato a termine con attenzione… ma, c’è sempre un ma, il problema sono i lupi. Capisco il dubbio amletico del povero regista/sceneggiatore nel trovare un nemico che impedisca ai tre una fuga via terra, ma quegli Husky che sono appena stati lavati non inquietano e se ci si aggiunge una scena di aggressione tra le meno riuscite degli ultimi 150 anni, direi che proprio la credibilità di questa nemesi scende a zero.
Green si era messo in luce con quel pregevolissimo horror old style di “Hatchet”, fatto solo per me e per i nerd maniaci degli effetti speciali NON in CGI. Con questo Frozen voleva, probabilmente, avvertire che è un ggiovane in grado di fare un po tutto. Tutto sommato riesce, ma senza troppi entusiasmi. Andrà meglio la prossima volta.