Frustrazione mondiale.

Creato il 22 giugno 2010 da Enricobo2
Leggo negli occhi che si vedono in giro, disperazione e sconforto. Dopo la partita con la Nuova Zelanda, è passata la voglia di accendere il televisore anche a chi si era comprato un gigaschermo al plasma per passare un mese completo dentro i mondiali in HD. Sono crollate anche le vendite dei kiwi. Eppure è strano che nessuno si renda conto che questo è quello che ci si deve giustamente aspettare. Anche la nazionale di calcio è lo specchio del paese che rappresenta. Un paese in pesante decadenza fisica e intellettuale. Mancano le forze, le idee e la volontà. Rimane solo l'ottuso abbarbicarsi a quel poco che è rimasto, difendendo il fortino dalle mura sgretolate, cercando di innalzare barriere di cartapesta facendole sembrare duro acciaio. Siamo un paese di vecchi nemmeno più capace di riprodursi. Chiusi nelle stanzette dei nostri ricoveri maleodoranti di piscio e segatura, aspettiamo la fine liberatoria, ma ben attenti a non mollare nulla, rifiutando di ammettere la nostra colpa per aver lasciato andare tutto in malora, di continuare a indicare come nostri rappresentanti personaggi interessati unicamente a affari loschi e personali, avendo come sola scusante di essere gli unici interessati ad occuparsi della cosa pubblica. Altri vecchi, tesi a impedire che chiunque penetri la loro ghenga, che si avvicini alla greppia, disponibili ad accogliere solo i loro clientes e sodali, che come topi famelici si aggregano per poter divorare le poche forme di formaggio sbocconcellate che sono rimaste in magazzino, lordando e mandando in malora tutto quello che non riescono a ingurgitare, tesi a dimostrare la loro potenza sessuale come bandiera di presunta gioventù, sventolando le loro conquiste prezzolate come dei misirizzi da sagra paesana. Gente che punta solo a sfruttare l'accidia e le paure dei vecchi che li circondano, vellicando i loro timori, assicurandoli che la colpa è di qualcun altro e che faranno cambiamenti diretti a far sì che nulla cambi. Individui per cui istruzione, cultura e ricerca sono voci nella colonna delle spese, possibilmente da eliminare; per i quali ignoranza, precarietà e mancanza di regole sono valori da incentivare ed espandere. Questo non è un paese per giovani, ma per decrepiti che si cancellano le rughe per sembrare giovani, che consumano Viagra per mostrarsi potenti, che si disegnano i capelli in testa per mostrare la propria vitalità, per fingere di dimenticare che la fine prima o poi arriverà, inevitabile sul deserto che hanno lasciato, ebbri del potere di cui hanno vantato il diritto ad esercitare, scontando meriti figurativi, casuali o semplicemente presunti. E qualcuno si stupisce se i nostri atleti, con le teste pelate, le schiene rotte, i muscoli ormai imbolsiti stanno fermi in mezzo al campo mentre tutti gli altri corrono? Hanno dato quello che potevano, quello che la loro qualità poteva dare. Se qualche giovane c'era, lo si è lasciato a casa, che non turbasse la tranquillità della casa di riposo, dove si sa, tutto dà fastidio dal volume della televisione, al rumore delle trombette, anzi che si metta un filtro affinché non si senta più il rumore. Niente gioia, niente festa, solo cupo risentimento. Ma che volevate? Abbiamo la nazionale che meglio ci rappresenta. A questo punto me ne vado. Non ne voglio più sentir parlare, emigro anch'io. Vado a meditare per qualche giorno dove spero di trovare concordia ed efficacia, dove si bada al risultato e chi comanda non si ammanta di arroganza e menefreghismo, dove si misurano le parole prima di dirle. Ho necessità di una pausa di studio e riflessione. Non per sempre. Andrò per qualche giorno in Francia. Ci sentiamo.

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