poche ma buone!
In un’annata agricola che in riviera si è rivelata avara di frutta ma nell’entroterra, complice forse una piovosa primavera, ha regalato copiosi raccolti, finalmente ho potuto gustare delle ottime albicocche.
Un piccolo albero di albicocche da tempo è presente nel bosco-giardino.
E’ stata scelta la migliore qualità della zona del savonese, l’antica rinomata Albicocca di Valleggia. Dopo tanti anni l’albero è cresciuto ben poco, grandi cure e attente potature, non hanno apportato alcun miglioramento. Il terreno argilloso ben si adatta alla varietà, non altrettanto, evidentemente, le gelate invernali.
Dell’Albicocca di Valleggia esiste traccia già dalla prima metà dell’800, è pianta vigorosa, longeva e rustica, presente nelle zone della riviera ligure e nel suo primo entroterra fino ai 300 mt. E’ troppo chiedere di sopportare i freddi inverni dei 400 mt del mio bosco-giardino!
Dopo annate nelle quali abbiamo saggiato un’esilissima produzione, quest’anno l’alberello si è prodigato in un buon raccolto degustativo.
Per noi che abitiamo questa parte della riviera ligure, l’albicocca è indissolubilmente legata al nome di Valleggia. Difficile consumare altre varietà dopo aver assaggiato la “valleggina”, di taglia piccola, colore intenso, dalla caratteristica picchiettatura marrone, dallo scorso anno ha ottenuto l’ambito riconoscimento di SlowFood che l’ha inserita tra i presidi regionali.
Il 24 -25 settembre, si svolgerà Fiori Frutta Qualità, evento ortoflorovivaistico e di biotecnologie che ho ideato e da 4 anni organizzo per il Comune di Celle Ligure, tra gli espositori potrete trovare la cooperativa Le Riunite, che da anni seleziona e tutela la migliore varietà di Albicocche di Valleggia contraddistinte da un logo di riconoscimento di qualità.