Ne siete proprio sicuri?
Vi chiederete, se non è così, perchè è tanto utilizzato e pubblicizzato?
Facciamo un po’ di chiarezza.
Il fruttosio, o zucchero della frutta, è un monosaccaride avente la stessa formula del glucosio; tuttavia questi due zuccheri differiscono nella struttura in quanto il glucosio contiene un’aldeide, mentre il fruttosio contiene un gruppo chetonico. A causa della sua struttura il fruttosio si ritrova nella configurazione a catena aperta e questo gli conferisce una miglior reattività nei confronti delle ammine durante la reazione di Maillard. Questa maggiore reattività porta alla produzione di AGEs(prodotti della glicazione avanzata) più complessi che possono interagire con recettori di membrana presenti su differenti tipi di cellule e provocare alterazioni funzionali inducendo migrazione monocitaria e secrezione di fattori di crescita. Pertanto essi partecipano alle alterazioni molecolariche contribuiscono alle complicanze del diabete, all’insufficienza renale e ad altre patologie dismetaboliche.
Data la loro differente struttura, anche il metabolismo di glucosio e fruttosio è diverso; infatti il fruttosio è metabolizzato prevalentemente a livello del fegato mentre il glucosio è consumato soprattutto dal cervello.
Dopo l’ingestione, entrambi vengono trasportati dal lume intestinale al sangue dai trasportatori della famiglia GLUT, formata da 14 membri; tra questi GLUT5 è l’unico ad avere specificità per il fruttosio ed è espresso nell’intestino, nel fegato, nei remi, nei testicoli, nel muscolo scheletrico, nel tessuto adiposo e nel cervello. Il GLUT5 situato a livello intestinale media il trasporto del fruttosio attraverso la membrana apicale, mentre GLUT2 è responsabile del trasporto a livello baso laterale. Una volta attraversato l’epitelio, il fruttosio entra nel circolo sanguigno e viene trasportato al fegato attraverso al vena porta.
Dal momento che la glucochinasiha una maggiore affinità per il glucosio, la fosforilazione del fruttosio in fruttosio 6 fosfato è inibita dal glucosio. Pertanto la maggior parte del fruttosio è metabolizzata nel fegato tramite la via del fruttosio 1 fosfato; gli intermedi di questa via, diacilglicerolo (DAG) e gliceraldeide fosfato (GAP), possono reagire e diventare glucosio 6 fosfato che può o essere metabolizzato in glucosio per alimentare i processi cellulari o convertito in glicogeno e essere depositato nel fegato. Una volta ripristinato il normale livello di glicogeno del fegato, gli intermedi del fruttosio vengono utilizzati per la sintesi de novo dei trigliceridi convertendo il DAG e la GAP in glicerolo 3 fosfato e piruvato, rispettivamente.
Inoltre mentre la glicolisi è una via metabolica strettamente regolata, quella del fruttosio 1 fosfato non lo è.
Quindi il risultato di una dieta ricca di fruttosio è uguale a quello di una dieta ricca di grassi. Questo è il motivo per cui il fruttosio gioca un ruolo nella sindrome metabolica, nell’insulino-resistenza, sull’alta pressione ed ha effetti negativi sui neuroni.
Il consumo di fruttosio inoltre influenza il controllo dell’appetito causando un aumento dei livelli sierici digrelina (ormone che stimola l’appetito) e di recettori dei cannabinoidi (CB1) a livello dell’ipotalamo che ha come conseguenza un maggiore appetito e una diminuzione dell’attivazione del centro di sazietà nel cervello.
Recenti studi hanno inoltre dimostrato un’associazione tra consumo di fruttosio e deterioramento cognitivo, con ridotte capacità di memoria e apprendimento e diminuione della neurogenesi.
Ma allora perchè viene utilizzato?
Dobbiamo ringraziare gli Americani e il loro ingegno: negli anni ‘70, infatti, nelle industrie il mais veniva utilizzato in larga quantità edalla sua lavorazione avanzava come prodotto di scarto lo sciroppo di mais, costituito per il 90 % da fruttosio che ha inoltre un potere dolcificante doppio rispetto a quello del saccarosio (lo zucchero che comunemente utilizziamo). Pertanto pensarono bene di iniziare ad utilizzare lo sciroppo di mais come dolcificante; da lì si sa, quando c’è la possibilità di risparmiare, una cosa tira l’altra e al giorno d’oggi lo ritroviamo ovunque.
La larga diffusione dell’utilizzo del fruttosio nell’industria alimentare è pertanto uno degli esempi più lampanti di come ci sia un gap nell’informazione tra la comunità scientifica e il comune cittadino.
Nei LARN (Livelli di Assunzione Raccomandati di Nutrienti ed energia) infatti sono riportate tali parole:
“Prediligere fonti alimentari amidacee a basso indice glicemico (IG), in particolare quando gli apporti di carboidrati disponibili si avvicinano al limite superiore dell’RI (intervallo di riferimento per l’assunzione di macronutrienti) . Tuttavia, limitare gli alimenti in cui la riduzione del IG è ottenuta aumentando il contenuto in fruttosio o in lipidi.”
Ma, punto primo, tra i comuni cittadini, chi li legge i LARN? Chi sa cosa sono? E poi perchè al supermercato troviamo prodotti con scritte colorate, accattivanti, che ti fanno pensare “Ah se è scritto così in grande deve essere una cosa buona” che recitano a caratteri cubitali “Contiene solo fruttosio”...? A voi la risposta.
Ricapitolando:
- Sì al fruttosio NATURALMENTE presente nei cibi
- No all’utilizzo del fruttosio al posto dello zucchero
- Ora, alla fine di questo articolo vi immagino così: “Allora uso lo zucchero di canna, che fa ingrassare meno”...non è proprio così..
Fonte immagine: webFonti:
- Front Nutr. 2015;
- PMCID: PMC4429636
- Published online 2015 Mar 4
- Effects of High-Fructose Diets on Central Appetite Signaling and Cognitive Function
- Katrien Lowette, Lina Roosen, Jan Tack and Pieter Vanden Berghe