lo sanno anche i bambini: la notte più lunga e luminosa dell’anno, quella dei falò e delle teste del purgatorio (Fuca coste e cocce priatorije) con Halloween non c’entra niente. Il 1° novembre, i 100 fuochi che cominciano ad ardere e sfavillare alle 19 contemporaneamente, al rintocco della Chiesa Madre, non scacciano gli spiriti malvagi ma piuttosto servono a segnare la strada che dalla terra al cielo ricongiunge i vivi ai loro cari defunti.
Il profumo delle ginestre invade le strade e ancora prima di arrivare in paese, lo senti.
Siamo nel bel mezzo dei monti Dauni ad Orsara.
Vicino alle case, sulle finestre e sui balconi ci sono le zucche antropomorfe con una candela accesa all’interno e le vecchiette, prima di andare a letto, prendono dal falò un po’ di brace e la portano in casa, deponendola nel camino o in un braciere.
E’ convinzione che le anime dei defunti, tornando fra i vivi, facciano visita ai parenti e tornino alle dimore dove avevano vissuto, si riscaldino e continuino il loro peregrinare per tutta la notte. Secondo la credenza popolare, la zucca accesa avrebbe fatto ritrovare al defunto la casa dove era vissuto, proprio come fece Demetra per far ritrovare la strada a Persefone.
In onore dei defunti, si consumano cibi poveri ma simbolici: il grano lesso condito col solo mosto cotto, le patate, le cipolle, le uova e le castagne cotte sotto la brace.
Si sta tutti insieme, paesani e forestieri, si mangia, si beve e si balla.
Ma soprattutto si beve e si balla.
Ok al momento sto ancora smaltendo il vino di ieri sera, a una certa s'è messo pure a piovere e i musicisti hanno lasciato la piazza, la festa non è stata rovinata piu di tanto, però.
Così anche sotto la pioggia battente a giocare a nascondino sotto i portici e i balconi, nei vicoli chiusi e nelle corti per non bagnarci, anche questo primo novembre di falò e fisarmoniche è passato troppo in fretta.
Song: Zastava Orkestar