Fuga sul Kenya

Creato il 19 settembre 2012 da Libereditor

Occorreva fare, fare, fare!
Occorreva che liberassi quello che era represso in me; che convogliassi tutto quello che era disperso in un’unica corrente, per fondere in essa tutto quello che sapevo, che ero, che avevo capacità di fare; bisognava profondere in essa tutta la mia esperienza di vita di montagna, di boscaglia, la poca esperienza di guerra, la mia resistenza e il mio senso d’orientamento, l’ostinatezza, lo spirito d’avventura, il mio inesauribile desiderio di purezza, di miracolo, il mio anelito a realizzare me stesso, a essere una volta tanto, forse un’unica volta nella mia vita, senza compromessi di sorta, tutto quello che avevo potuto essere e che per mille ragioni non fui.

Nel 1943 tre prigionieri di guerra italiani, Felice Benuzzi, Giovanni Balletto e Vincenzo Barsotti scappano dal campo di prigionia inglese a Nanyuki, in Kenya, solo per conquistare il Monte Kenya, la più alta montagna del Kenya e la seconda più alta dell’Africa dopo il Kilimangiaro (considerato il regno di Ngai, dio della popolazione locale Kikuyu). Si preparano per mesi, di nascosto, procurandosi tra mille difficoltà l’attrezzatura e attraversano senza carte topografiche la foresta equatoriale per arrivare ai piedi della montagna che poi conquisteranno.
Dopo aver piantato una bandiera fatta in casa fanno ritorno a Nanyuki dove si consegnano spontaneamente alle autorità.
Benuzzi racconterà questa straordinaria storia direttamente in inglese e poi la scriverà in italiano (sarà pubblicata nel 1947 col titolo di Fuga sul Kenya). L’edizione francese esce nel 1950 e nel 1952 finalmente appare l’edizione inglese col titolo No Picnic on Mount Kenya.

Un capolavoro unico di audacia e di suspense che possiede una sterminata ricchezza di sensazioni visive, tattili, uditive, sonore.


Felice Benuzzi

Fuga sul Kenya. 17 giorni di libertà.
Corbaccio
2012


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