Framed è davvero il gioco rivelazione dell'anno per mobile?
Certo non è così immediato associare lo sviluppo di videogiochi all'Australia: tra canguri, spiagge, surf e belle ragazze, l'idea comune è che chi abita dall'altra parte del mondo abbia altre preferenze e attitudini.
In realtà si tratta di uno stereotipo che nasconde un terreno fertile anche per quanto riguarda l'intrattenimento elettronico soprattutto nell'ambito del mobile gaming, con Halfbrick (Fruit Ninja, Jetpack Joyride) e Firemonkeys Studios (Real Racing) a guidare a suon di milioni di download la truppa di programmatori e artisti. Tra i team australiani indipendenti che hanno guadagnato l'attenzione negli ultimi mesi è comparso Loveshack, uno studio composto da soltanto 3 persone e fondato un paio di anni fa. L'opera prima del trio risponde al nome di Framed: un titolo che non risulterà sconosciuto agli appassionati della scena indie, dal momento che è stato in grado di raccogliere una ventina di premi in tutta una serie di festival sparsi in giro per il globo. Un carico di aspettative notevole quindi per un debutto, che si sono ulteriormente rafforzate quando Hideo Kojima, tramite un tweet, ha eletto Framed il suo personale gioco dell'anno 2014. È quindi davvero possibile che proprio tra canguri, spiagge, surf e belle ragazze sia stato realizzato un prodotto così straordinario?
Framed è un'avventura a tinte noir supportata da un'idea di base straordinariamente originale. L'ambientazione è invece quella più classica per il genere: tra trench, sigarette, pistole e misteri, tutto ruota attorno ad una rocambolesca fuga a gambe levate di tre personaggi principali intenzionati a contendersi una valigetta dal contenuto misterioso.
In realtà il titolo di Loveshack non racconta nulla, perlomeno a parole: non c'è infatti nemmeno una singola riga di testo che spieghi chi sono i protagonisti, quale siano le premesse e perché quella ventiquattrore sia così importante. Una scelta narrativa in realtà vincente, che evita di aggiungere sovrastrutture a quella che è di fatto una situazione volontariamente costruita sui cliché tipici del romanzo nero. L'intuizione vincente di Framed è in realtà nel gameplay a fronte di una soluzione sulla carta semplice, ma in realtà estremamente intelligente e che trova nella sua corretta realizzazione l'ideale completamento. In pratica l'azione si svolge all'interno delle tavole di una sorta di fumetto, composte da una serie di vignette animate: ognuna di esse rappresenta un'azione, un personaggio o uno scorcio dell'ambientazione che il protagonista andrà ad attraversare e che di fatto costituisce una specie di pezzo di un puzzle da comporre. Le vignette infatti si possono spostare, trascinandole con le dita per cambiarne l'ordine a piacimento, ad eccezione della prima e dell'ultima. La soluzione corretta è però soltanto una, ed è necessario avere capacità di osservazione e mettere in funzione un po' di materia grigia per riuscire a capire quale sia il loro l'ordine esatto. La formula viene introdotta in maniera graduale: se le prime tavole sono in effetti molto semplici, quelle più avanzate richiedono un maggiore sforzo per poter essere completate felicemente, aumentando naturalmente la soddisfazione nel momento della riuscita.
Gli errori non vengono però puniti: sbagliare significa solamente dover ripetere dall'inizio la tavola, sperimentando fino ad arrivare al meritato successo. Framed è quindi sostanzialmente un puzzle game, ma tagliato e cucito attorno alle capacità dei dispositivi touch: un gioco in cui forma e sostanza si equilibrano alla perfezione dando un senso di compiutezza del tutto tangibile. Lo stile grafico poi è personalissimo, tra silhouette dei personaggi e toni cromatici dominanti che delineano ambientazioni affascinanti. Ma a spiccare sono soprattutto le animazioni, straordinarie nel loro realismo e nella fluidità. Osservare l'opera di Loveshack è bello tanto quanto giocarla, poco ma sicuro. La durata complessiva è senza dubbio breve: noi ci abbiamo messo poco più di un'ora per arrivare ai credits finali, ma anche considerando qualche intoppo nella progressione non ce ne vogliono più di un paio. Poco? Senza dubbio, ma la sensazione è che sia esattamente il tempo "giusto" per potersi godere appieno Framed, senza che l'esperienza debba trascinarsi ed evitando il rischio ripetitività. Ottima anche la componente audio grazie ad una colonna sonora perfettamente a tema e molto orecchiabile. Framed è quindi in sostanza semplicemente uno dei titoli indie più interessanti degli ultimi mesi, che dimostra nuovamente come questo genere di giochi siano assolutamente fondamentali per garantire una reale alternativa alle ripetitive e (spesso) noiose formule adottate nelle grandi produzioni destinate alla massa.
FRAMED - Trailer
Pro
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Formula di gioco originale e intrigante
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Stile grafico ottimo
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Colonna sonora perfettamente a tema
Contro