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Fulber (Fulvio Bernardini): IL RIVISITISMO DI FULBER, MADONNA DI CAMPIGLIO – mostra personale a cura de Il Sextante di Mariapia Ciaghi

Creato il 17 gennaio 2013 da Milanoartexpo @MilanoArteExpo
Fulber ( Fulvio Bernardini ), Miss Dora, olio su tela cm.120x80

Fulber ( Fulvio Bernardini ), Miss Dora, olio su tela cm.120×80

Mariapia Ciaghi cura la mostra IL RIVISITISMO DI FULBER ( Fulvio Bernardini , n. Trento 1959) che resterà aperta dal 18 al 27 gennaio 2013 a Madonna di Campiglio presso il CENTRO CULTURALE RAINALTER. Vernissage venerdì 18 gennaio ore 18.00. Presentazione di Caterina Dominici. Con il termine “rivisitismo” neologismo coniato una volta tanto da un artista e non da critici o addetti ai lavori, Fulber intende rimarcare fin da subito un concetto latente e di consolidata tradizione nella storia dell’arte: la rivisitazione o rielaborazione di un’opera d’arte appartenente ad un’altra epoca. Nei grandi dipinti ad olio di Fulber, sfilano i tributi alla corrente Pop Art alla quale l’artista trentino si ispira, con Roy Lichtenstein, Keith Haring e Jean Michel Basquiat ma anche le amanti di Picasso tra le quali Dora Maar. A Madonna di Campiglio anche Codex Vroom l’enigmatico dipinto dedicato al mito italiano della Ferrari. >>

 

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Gary e gli eclettici chihuahua «rivisitano» la pop art – di Gabriella Brugnara.

Fulber ( Fulvio Bernardini ), Fashion, 1998, olio su tela cm.120x80

Fulber ( Fulvio Bernardini ), Fashion, 1998, olio su tela cm.120×80

“La tradizione dell’artista sta nel divenire qualcun altro” (Saul Steinberg, «Riga 24» a cura di Marco Belpoliti e Gianluigi Ricuperati, Marcos y marcos, Milano, 2005). Una riflessione quella di Saul Steinberg che con efficacia introduce al percorso espositivo che Fulvio Bernardini, in arte Fulber, inaugura a Madonna di Campiglio nell’ambito di Vrooom 2013. «Rivisitismo», infatti, è il termine da lui coniato per raccontare la nuova fase della sua ricerca: una «rivisitismo» che, per almeno due ragioni, trova fondamento innanzitutto nella sua stessa concezione estetica. «Analizzando il mio lavoro da una prospettiva diversa – afferma– potrei dichiarare che nasco pittore con una parentesi lunga quarant’anni nel fumetto». Il riferimento di Bernardini è ai suoi primi lavori ad olio, in particolare a una delle sue «rivisitazioni» d’esordio, datata 1973: Due ragazzi con un cane mastino (1786) di Francisco Goya.

La seconda ragione conduce proprio al cuore dell’arte di Fulber: è intrinsecamente collegata, infatti, a Gary e ai nervosi chihuahua cui egli affida la missione di esplorare nuovi orizzonti, in dialogo con i protagonisti della pop art. Un percorso che parte dal fumetto e che sul fumetto continua a ragionare, ma che a tale universo iconografico ora attinge alcuni elementi per trasformarli in direzione dell’immagine oggettiva e stereotipata che della pop art è uno dei tratti distintivi. Ricco degli oltre trentacinque anni di corse intervallate a momenti di inquieta ricerca, Gary – il grosso bobtail bianco dalle lunghe orecchie nere nato dalla fantasia del cartoonist Fulber – pare liberarsi della pesantezza della fisicità, e farsi puro tratto. Insieme a lui, i plastici chihuahua, concentrato di luce e di vita, controbilanciano una presenza umana sempre più solitaria, timida e incerta, relegata quasi al ruolo di spettatore di vicende che, come in un film, scorrono via. Sono grandi tele a olio quelle che Fulvio Bernardini propone a Madonna di Campiglio, ciascuna delle quali «rivisita» un artista, istituendo un legame affettivo con la sua estetica.

Gary e i sintetici cagnolini, quasi dei piccoli daimōn cui l’uomo delega la sua capacità d’azione e di interazione, diventano il filo conduttore della mostra. Capaci di eludere lo sguardo umano, guizzo e inventiva, duttilità e capacità di trasformazione caratterizzano le loro incursioni fuori e dentro i quadri. Grande quasi come l’intera tela, in Gharing - ottima intuizione che collega Gary a Keith Haring – Gary ritaglia un contorno arancio che domina e interferisce con lo sfondo giallo. Catturato in posa dinamica e non priva dell’ironia riflessa nel suo largo sarcastico sorriso, egli pare strizzare il piccolo uomo prigioniero della sua zampa, quasi a stillarne l’essenza, o a scuoterlo e intimarlo all’azione. L’uomo che, invece, è libero dalla minutaglia di graffiti neri che invadono tutto il resto, tiene le mani alzate, ma non sembra una resa la sua. Piuttosto una protesta per quanto lo limiti e rimpicciolisca.

Fulber ( Fulvio Bernardini ), Gharing, 2012, olio su tela cm. 80x120

Fulber ( Fulvio Bernardini ), Gharing, 2012, olio su tela cm. 80×120

Ancora il giallo quale presenza importante a suggerire il legame tra cielo e frutta sparsa in primo piano, istituisce un intuitivo rimando ai sintetici chihuahua. Gialli anch’essi, irrompono nelle tre tele omaggio alle tecniche pittoriche di Roy Lichtenstein e Piet Mondrian. La staticità della figura femminile, che ha ruolo di protagonista in Fashion, Woman in the beach, Relax, è movimentata dall’azione dei genietti gialli che, inquieti, le gravitano attorno. Icona di un mondo di superficie ed ella stessa natura morta, solo i vibranti cagnolini al servizio di ogni suo desiderio ne possono carpire un pensiero, un’emozione.

Con occhi verdi inquietanti, sospesi tra sorriso e severità, l’indecifrabile viso femminile che domina Codex Vroom conduce dritti al cuore della mostra, il futurismo – nostro presente – contaminato dalle icone della pop art. La velocità è nei suoi capelli spartiti in larghe ciocche briose, rosso il loro colore, lo stesso che è anima dell’equazione Ferrari. Il simbolo di Madonna di Campiglio si trasforma in prezioso pendente al suo orecchio destro, mentre a quello di sinistra s’appoggia una ruota nuova fiammante. Giallo, ancora una volta è lo sfondo, giallo lo spazio che accoglie il cavallino rampante e il cielo che delimita la sagoma del gruppo Brenta. Attorno alla storica monoposto che nel 1948 incantò il mondo, di nuovo il movimento è interpretato dai beffardi chihuahua. A loro Bernardini affida i compito di perpetuare il mito Ferrari, di rinverdirlo e mantenerlo distinto dai tanti miti che invadono il presente.

Perché per Roland Barthes il mito non sta nelle cose in sé, ma nel modo in cui vengono comunicate. Il principio della cultura di massa «sta nella capacità di trasformare il culturale in naturale». Benché alla francese Citroen DS e non alla Ferrari, nel 1955 egli abbia dedicato una recensione d’eccezione, ne assumiamo qui una parte che, a oltre cinquant’anni di distanza, ci sembra interpretare al meglio il mito Ferrari: «l’automobile è l’equivalente abbastanza esatto delle grandi cattedrali gotiche” (Roland Barthes,Miti d’oggi, Einaudi, Torino, 2005, pp. 147-149).

Fulber ( Fulvio Bernardini ), Angel’s, olio su tela cm. 100x150

Fulber ( Fulvio Bernardini ), Angel’s, olio su tela cm. 100×150

Con Angels’s il riferimento a Jean Michel Basquiat invade la tela. Lo sguardo dell’ambigua creatura – demone, statua della libertà dalla corona di aculei in frantumi, angelo con l’aureola nera – sembra accorgersi del daimōn giallo che, da una angolo in basso, fa il suo ingresso a turbare l’ordine delle cose. Nella sua aureola bianca è forse il seme del cambiamento? O la necessità che l’uomo recuperi la leggerezza dell’autoironia, quella che Italo Calvino definisce la «gravità senza peso» che viene dalla «speciale commistione tra melanconia e umorismo»(Italo Calvino, Lezioni americane, in Saggi, vol. I, Meridiani, Mondadori, Milano, 1995, pp. 646-647)?

Le rabbiose pennellate che imprigionano in un rosso cupo la voglia di cielo di Angels’s assumono la forma di inquietanti sbarre attorno alla picassiana Dora. Surreale nella sua posizione seduta e al contempo eretta, gigante statico svuotato di espressione, la via d’accesso verso il mondo esterno e verso una possibile libertà, una volta in più pare prerogativa dei chihuahua. Agili, e quasi proiettati nel suo sguardo diviso, le indicano la via di fuga: una piccola finestra azzurra. Là fuori l’immaginazione può ancora incontrare spazi infiniti. Raggiungiamo, infine, il «racconto della storia», che è anche inizio di un nuovo ciclo. Perché finché ci sarà qualcuno a raccontare le storie, fino a che uno Storytelling sbucherà all’improvviso dal nero e dal viola, ma con una «G» luminosa sulla fronte, Mnemosine non smetterà di sostenere e di indirizzare il percorso degli umani. Gary sarà lì, il suo indice alzato ad ammonire, la sua bocca aperta intenta ad accompagnare quel gesto con il racconto di una storia. Che è sempre un inizio.

Trento, 12 novembre 2012

Gabriella Brugnara - Giornalista del Corriere del Trentino

Il rivisitismo di Fulber, CENTRO CULTURALE RAINALTER, MADONNA DI CAMPIGLIO, MOSTRA D’ARTE CONTEMPORANEA

Il rivisitismo di Fulber, CENTRO CULTURALE RAINALTER, MADONNA DI CAMPIGLIO, MOSTRA D’ARTE CONTEMPORANEA

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Fulber ( Fulvio Bernardini )

Fulber  nasce a Trento il 29 marzo 1959.

Eredita geneticamente dal padre Aramis l’arte del disegno, il quale lo sprona fin da giovanissimo a disegnare e dipingere. All’età di 18 anni inizia una lunghissima collaborazione con il settimanale Vita Trentina dove scrive, disegna e pubblica centinaia di elaborati a fumetti di sua proprietà. Contemporaneamente inizia un sodalizio di collaborazione con lo scrittore Mauro Neri dove ha l’occasione di illustrare decine di libri per ragazzi. Innumerevoli sono le iniziative legate al suo modo di disegnare che caratterizzano esperienze anche radiofoniche e televisive fin dai primi anni ’80.

La sua abilità artistica applicata alla comunicazione diventa il veicolo promozionale utilizzato dalle principali sedi istituzionali del Trentino con creazioni come l’Orso Osvaldo per il Parco Adamello Brenta, Gellindo Ghiandedoro inventato da Mauro Neri per le Casse Centrali delle Casse Rurali del Trentino, assieme all’aquilotto Walter per Il Consiglio Regionale del Trentino Alto Adige, l’Aquila Giusy per le Aree Protette del Trentino, Ricky il rinocerontino disabile per Anffas Trentino Onlus e moltissimi altri.

Tra il 2000 e il 2010 Le produzioni editoriali di Fulber segnano, con  la Menhir Edizioni di Monza il periodo d’oro della sue produzioni illustrate dal taglio educativo, trattando ironicamente argomenti come l’identità territoriale, il folklore, la storia, la leggenda popolare, il disagio sociale e altri aspetti legati al progresso e alla civiltà dell’uomo.

L’autore trentino vanta collaborazioni e riconoscimenti importanti anche a carattere nazionale come Coop Italia, Auguri Mondadori, Adica Pongo e riviste statunitensi come Mad Magazine. E’ ospite di importanti eventi  legati alla promozione turistica del Trentino come la Fiera mondiale di Hannover in Germania nell’anno 2000, a Utrecht in Olanda e al Bit di Milano, alla Fiera del Tempo Libero a Bolzano, al Forum P.I. di Roma. Ma anche protagonista nel 1987 su Rai Uno nel salotto di Enrica Bonaccorti a “Pronto chi Gioca?”dove presenta a milioni di telespettatori la sua arte.

Nel 2004 in occasione del 25°della sua creazione più celebre, il cane Gary versione pupazzo gigante duetta al Teatro Ex Santa Chiara di Trento con Maria Teresa Ruta e il coro Piccole Colonne di Adalberta Brunelli ed è ospite di alcune edizioni del Film Festival della Montagna di Trento.

Nel 2004 I principali media nazionali sottolineano il suo l’operato artistico grazie al contributo dei progetti illustrati “La Grande Avventura” e “Il Diploma di Grande Coraggio”realizzati per  l’ all’Azienda Sanitaria di Trento che risulta tra i primi dieci finalisti in Italia all’Expò di Bologna con il premio 5 Stelle. Riconoscimento assegnato all’ospedale italiano che vanta la migliore accoglienza del bambino in ospedale.

La “Collana Gary” il ciclo di albi illustrati che raccontano il territorio trentino è presente al Museo del Fumetto di Milano e nei cataloghi Montagna Libri del Filmfestival Internazionale della Montagna Città di Trento. Mentre la “collana Pompiere Junior” dedicata alla prevenzione dei pericoli e promossa dalla Federazione dei Vigili del Fuoco Volontari del Trentino viene premiata al Museo di Arte Contemporanea di Rovereto ( Mart) in occasione del Premio Artigiano 2008 con una segnalazione speciale per la comunicazione didattica.

Il progetto illustrato I Nuovi Amici, realizzato per Anffas Trentino Onlus, che tratta in modo originale il delicato tema della disabilità riscuote notevole successo in tutta Italia, ricevendo il riconoscimento delle più alte cariche dello Stato a cominciare dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri Ufficio del Presidente, al Segretario Particolare del Ministro per i Beni e le Attività Culturali, dal Ministro degli Affari Esteri, al Ministro della Gioventù, per l’alto valore educativo del progetto a fumetti. E’ ben noto l’impegno personale dell’artista trentino anche a sostegno delle giornate Telethon dove è tutt’ora apprezzato dagli organizzatori BNL in Trentino.

Dal 2011 è socio dell’Osservatorio di Storytelling dell’Università di Pavia e collaboratore di Andrea Fontana esperto nazionale nello studio delle tecniche di narrazione applicate ai mercati. Consolida la sua collaborazione con la casa editrice Il Sextante pubblicando sul semestrale a respiro europeo L’Eco delle Dolomiti, i suoi laboratori artistici e pubblicando il volume illustrato La leggenda di Kino il Vestenera, l’avventurosa biografia del missionario trentino padre Eusebio Francesco Chini nell’America del ‘600.

Fonda in collaborazione con APR Idee per Comunicare la DreamTeller Creative Studios il brand che si occupa di elaborare strategie di comunicazione e linguaggio applicato al territorio con l’utilizzo dei media attuali.

Sempre al passo con i tempi si cimenta nel campo dell’animazione ed elabora con Bra Editor uno storyboard animato per le Casse Rurali Trentine dove il disegno e le azioni vengono sincronizzate con la musica, avviando così un percorso artistico che sonda gli shorts animati e i documentari per i canali web e Dvd.

Un suo recente lavoro che rivisita il pittore futurista Fortunato Depero viene riprodotto in grande scala al MART il Museo di Arte Moderna di Rovereto. Su questa linea crea i Funny Oil® frutto dello studio che l’autore compie sulla corrente artistica della Pop Art che ha caratterizzato il periodo degli anni ‘50 e ’60. L’artista di Trento riafferma così nei suoi dipinti ad olio, l’idea del “rivisitismo” che sigla una consolidata tradizione nella storia dell’arte: la rielaborazione delle opere d’arte dei grandi maestri di ogni tempo. Con pennellate di ironia allo stato puro.

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Fulber ( Fulvio Bernardini ): IL RIVISITISMO DI FULBER

Donne sott’olio e cani plastici in salamoia, nuovi medium dell’arte pittorica

CENTRO CULTURALE RAINALTER, MADONNA DI CAMPIGLIO

dal 18 al 27 gennaio 2013
Vernissage venerdì 18 gennaio 2013 ore 18.00. Presentazione di Caterina Dominici.
ORARI: tutti i giorni dalle ore 17.00 alle ore 20.00. Sabato e domenica aperto anche dalle ore 10.00 alle ore 12.00.

Catalogo italiano/inglese: testi: Gabriella Brugnara e Mariapia Ciaghi. Traduzione Mariapia Ciaghi. Fotografie: Davide Buzzi. Realizzazione grafica: Giulio Delfini. Casa editrice Il Sextante di Mariapia Ciaghi.

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MAE Milano Arte Expo [email protected] ringrazia Mariapia Ciaghi per le notizie e le immagini relative alla mostra di Fulber a Madonna di Campiglio.

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