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Bernard Tapie e i gli amministratori di Full Tilt Poker avevano posticipato fino al 16 marzo il termine per completare le procedure di acquisizione del brand FTP e software e, a giudicare dalle ultime dischiarazioni rilasciate all’inizio della settimana da Ray Bitar e dal rappresentante legale del Groupe Tapie, le parti dovrebbero essere vicine alla conclusione del deal.
Relativamente ai debiti, sul forum 2+2 la moglie di Lindgren, ex pro di FTP e debitore nei confronti della stessa di circa 100 mila dollari, ha pubblicato un post nel quale riassicura tutta la comunità pokeristica della solvibilità del marito in quanto vincente di 20$ al lotto.
Tralasciando il cattivo gusto del post, è chiaro che un accordo sulla questione debiti è ancora un miraggio, mentre rimangono in alto mare le trattative con la Alderney Gambling Control Commission e la Kahnawake per riottenere le rispettive licenze ed operare nel mercato del gambling online.
A distruggere le speranze di molti players anche la notizia dell’offerta di 35 milioni di dollari da parte di operatori del calibro di 888 e Bwin.Party per il software di Full Tilt Poker, interessate a smembrare defitivamente la poker room ed eliminare un competitor che, anche se in fin di vita, fa sempre paura.
Direttore di orchestra il DoJ degli Stati Uniti, garante della posizione creditoria dei players US, il quale, nonostante sembri essere distante dagli aspetti prettamente finanziari del caso, sono sicuro si trovi sotto enorme pressione da Lobby americane che condividono l’interesse di chiudere definitivamente le porte del mercato US del gambling online a Full Tilt Poker.