W. Shakespeare
La notizia del giorno non può che essere l'uccisione di Osama Bin Laden. Fa un po' specie che molti dei politici che ieri, inopportunamente, commentavano entusiasti la beatificazione di un papa (non riesco a capire le ragioni della presenza di autorità politiche alle cerimonie religiose), oggi esultino per la morte di una persona. In effetti il Vaticano stesso ha affermato che "di fronte alla morte di un uomo, un cristiano non si rallegra mai, ma riflette sulle gravi responsabilità di ognuno davanti a Dio e agli uomini e spera e si impegna perché ogni evento non sia occasione di una crescita ulteriore dell'odio, ma della pace". Per una volta sono d'accordo.
Che il fatto rappresenti un punto di svolta della situazione politica internazionale, non c'è dubbio. Quello che è difficile prevedere è la direzione che prenderanno gli eventi. Se da un lato il rischio di una recrudescenza dell'attività terroristica è reale, dall'altra sarà interessante vedere se ci saranno ripercussioni sulle rivolte in corso nel mondo islamico. Che ne sarà dei talebani afgani? E del regime in Yemen? Bin Laden era in un certo senso il simbolo dell'integralismo islamico duro e puro, di cui Al Qaeda è il braccio armato. Non stupisce, infatti, la condanna di Hamas per "l'assassinio di un santo guerriero arabo". È stato inferto un duro colpo al terrorismo islamico oppure assistiamo alla nascita di un martire?
Credo che l'aspetto più importante sia legato al pericolo che il movimenti integralisti sfruttino la vicenda per cavalcare le rivoluzioni democratiche in atto in nord Africa e in Medio Oriente. In questo senso molto dipenderà dalla saggezza dei popoli direttamente interessati. Come al solito, voglio essere ottimista. Speriamo che questo avvenimento sia il primo passo verso la riconciliazione definitiva dell'Occidente con l'Islam e non la scintilla di una guerra. Bene ha fatto Obama a ribadire, in occasione dell'annuncio dell'uccisione, che "la nostra guerra non è contro l'Islam".Da un punto di vista militare, l'operazione è perfettamente riuscita. Il Pentagono fa sapere che l'obiettivo non era la cattura ma l'eliminazione. L'intero blitz è durato quindici minuti. Mi chiedo, però, perché gli USA abbiano deciso per l'eliminazione e non per la cattura. Oltre all'aspetto di "non-violenza", se così si può definire, un processo internazionale al terrorista più importante avrebbe significato una doppia sconfitta per Al Qaeda. In questo modo si espone il fianco a strumentalizzazioni della vicenda che rischiano di alimentare il terrorismo stesso.
Speaking of Obama, ci sarebbe da congratularsi con lui per la perfetta riuscita anche dell'altra operazione, quella elettorale. A un anno e mezzo circa dalle presidenziali, l'inquilino della Casa Bianca ha segnato un punto che potrebbe rivelarsi decisivo nella campagna elettorale. Il trasloco è più lontano.
Infine, una menzione particolare per l'on. Maurizio Gasparri, che commentando l'elezione di Obama affermò: "Al Qaeda forse è più contenta". Quando lui starà zitto, sicuramente saremo più contenti tutti.