Fumetti, Milo Manara racconta Caravaggio

Creato il 14 aprile 2015 da Giuseppe Causarano @Causarano88Ibla


Caravaggio. La tavolozza e la spada.
E’ questo il titolo dell’opera a fumetti che, dopo molti anni di lavoro, il Maestro Milo Manara dedica all’immenso Michelangelo Merisi. Si narra la vita del geniale pittore italiano, dal suo arrivo a Roma alla fine del ‘500 fino alla rocambolesca fuga dalla Capitale: le straordinarie tavole di Manara ne raccontano l’arte e le opere, ma anche le donne, la passione e gli eccessi. Una grandiosa biografia del Caravaggio, rivolta sia agli appassionati del fumetto d’autore che ai cultori della Storia dell’Arte. L’opera inedita, pubblicata da Panini Comics nella collana Panini 9L, è articolata in due volumi. Il primo sarà disponibile in tutte le fumetterie e librerie a partire dal 30 aprile in due formati differenti, Regular e Artist Edition.

Tra i contenuti speciali della Artist Edition figura una lettera che lo stesso Milo Manara ha voluto “rivolgere” direttamente a Caravaggio. «Maestro Michelangelo Merisi, sono un disegnatore di fumetti», si presenta Manara, svelando anche un piccolo aneddoto personale: «Molti anni fa, agli esami di maturità classica, il professore picchiettò con l’indice sulla copertina del libro di Storia dell’Arte dicendomi: ‘Mi parli di questo’. Sulla copertina c’era la vostra “Canestra di frutta”. Beh, feci un figurone, sapevo tutto di voi. Almeno tutto quello che uno studente poteva sapere, a quei tempi. Ho sempre avuto un’autentica venerazione, per Voi. E poi c’era quella faccenda delle iniziali: vedete, Maestro, io ho le Vostre stesse iniziali. Sì, in seguito ho saputo che anche Mario Minniti le aveva, ma all’epoca non ne avevo ancora sentito parlare. Insomma, per un motivo o per l’altro, nel mio pantheon personale, Voi avete sempre occupato lo scranno più alto. Il bello è che, guardando i miei disegni, non si direbbe. Sono cose che succedono. Per esempio, senza voler fare dei paragoni, per l’amor del cielo, anche il grande Rubens, Pieter Paul Rubens, Vi ammirava molto, eppure la sua pittura era quanto di più lontano dalla Vostra si potesse immaginare. Era diversissimo da Voi in tutti i sensi: lui era elegante, frequentava le corti, amava la bella vita e le belle dame profumate, eppure fu proprio lui a battersi come un leone per salvare dal rogo la Vostra Morte della Vergine. Anche Voi vestivate elegantemente, di nero. Solo che poi portavate gli stessi abiti finché non Vi cadevano a pezzi. Ora, dovete sapere che io mi sono permesso di raccontare qualcosa della Vostra vita, riguardo la Vostra permanenza a Roma e che ho in animo di raccontare anche gli anni successivi, dopo quel fattaccio con quello stronzo di Ranuccio Tomassoni. Il mio è un racconto fatto con i disegni e so bene che Voi non avete mai avuto molta simpatia per i disegni. Vi chiedo perdono per questo, ma è tutto quello che sono riuscito a fare. Pensate un po’ la stranezza, Maestro: io mi rivolgo a Voi come se foste più anziano di me, anche se, invece, sono io quello anziano, molto più anziano di Voi. Strano, no? Ma il vero scopo della mia lettera è di chiederVi conferma di un certo episodio. Mi risulta che il Vostro collega Orazio Gentileschi Vi abbia prestato un paio di grandi ali, quelle che avete dipinto sulle spalle dell’angelone del Riposo durante la fuga in Egitto. Poi, per restituirgliele, andando di sera verso lo studio di Gentileschi con quelle grandi ali in spalla, Vi siete imbattuto in Filippo Neri, ormai molto anziano, con la sua squadra di ragazzini cenciosi, che se ne andavano in giro cantando e ballando, con cembali e tamburelli. Un po’ come, oggi, fanno quelli che noi chiamiamo Hare Krishna. Ora, io l’ho immaginata quella scena: il santo Filippo e i suoi ragazzini che vedono una grande ombra scivolare su un muro, con quelle ali enormi. Sicuramente avranno pensato di trovarsi al cospetto di un angelo. I ragazzini, sicuramente. E forse Filippo Neri più di tutti. Vi chiedo la conferma perché qualche eminentissimo studioso, qui, sostiene che Voi non avreste mai potuto incontrare Filippo Neri, dato che il sant’uomo morì nel 1595, mentre Voi sareste arrivato a Roma solo nel ’97. È vero che il primo documento che parla di Voi a Roma è del ’97, in base alla testimonianza di quel garzone di barbiere a cui Voi avete consegnato un mantello raccolto per strada, però questo non esclude affatto che Voi siate arrivato in città cinque o sei anni prima; semplicemente, dal ’91 o ’92, Voi non avete dato motivo di nominarVi nelle cronache o nei verbali dei birri. Forse Vi siete comportato bene per i primi anni. Sì, conoscendoVi pare quasi impossibile, ma Giovanni Baglione (Gioan Coglione, come lo chiamavate Voi) scrive che avevate circa vent’anni al vostro arrivo. Comunque, cosa Vi ha detto Filippo Neri, quando ha visto che eravate Voi e non un angelo? Aspetto con ansia la Vostra risposta, sempre che non Vi abbia annoiato troppo.
Bacio le Vostre sante mani, Maestro.
Il Vostro servo,

Milo Manara».

«La storia del Caravaggio è raccontata da Milo Manara con grande rispetto della testimonianza delle fonti e della verità sostanziale di quella vicenda», spiega nell’introduzione lo storico dell’Arte Claudio Strinati. «Non è, infatti, una storia romanzata. Eppure Manara vi ha impresso il segno della sua creatività in modo netto e personalissimo. Il suo Caravaggio, pur riflettendo perfettamente quello storico, è, per l’appunto, suo, uno dei più bei personaggi creati dalla sua fantasia».

«Siamo orgogliosi di essere l’editore di questa opera straordinaria, ma soprattutto di aver avuto l’onore di assistere alla sua genesi e di seguirne la creazione», ha commentato Sara Mattioli, publishing manager di Panini Comics Italia. «Ogni volta che Milo spediva una nuova tavola, si ricreava in ufficio una scena caravaggesca di redattori in adorazione, un capannello di teste attorno allo schermo e un coro di voci in ammirazione. Siamo sicuri che anche il pubblico, pagina dopo pagina, proverà la nostra stessa meraviglia».

Il lancio ufficiale dell’opera, alla presenza dell’autore, è previsto in occasione del Comicon, salone internazionale del fumetto di Napoli.

Caravaggio – La Tavolozza e la spada – Regular Edition – cartonato (23,5×31 cm), 64 pagine, 16,90 euro.
Caravaggio – La Tavolozza e la spada – Artist Edition – cartonato deluxe con inserti in tela ed effetto rilievo (29×38 cm), 80 pagine, 49 euro. Edizione limitata e numerata in 1000 esemplari.


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