Fumo lento e fotografia, i grandi amori di Max Torriani

Creato il 16 novembre 2011 da Ilbicchierediverso

Abbiamo conosciuto Max Torrianiprima perché fa parte dello staff storico di Noli a Milano e quindi con lui abbiamo avuto modo spessissimo di parlare di pipe, sigari e tabacchi e poi nella bottega di Angelo Fassi, dove tra una tirata e l’altra ci siamo lasciati andare a molte digressioni, trovandolo sempre di più combaciante con lo spirito delle nostre pagine.

Oltre a questo lo abbiamo anche scoperto nella veste di fotografo, per vedere i suoi scatti cliccate qui mentre nel nostro articolo a corredo le foto durante il giro in Camiceria Ambrosiana,  e grazie a lui abbiamo avuto modo di poter conservare l’animo della prima serata de Il Circolo dell’Ora Elegante.

Non potevamo non farvi conoscere questo straordinario personaggio e quindi siamo ben lieti di presentarvi la sua intervista.


Buona scelta

IBD

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Max fotografo, come nasce questa passione?

Beh.. la passione per la fotografia è nata tanto tempo fa. Quand’ero ragazzino mio padre mi ha regalato una reflex, di quelle che ora chiamiamo "analogiche" e mi ha spiegato i primi rudimenti: come si forma fisicamente l’immagine sulla pellicola, cos’è l’esposizione, cosa s’intende per profondità di campo. Ho scattato qualche rullino e poi è iniziato un periodo di latenza. L’arrivo del digitale ha riportato la passione alla luce. Mi piace la possibilità di poter gestire la foto dal click alla stampa completamente da solo.

Qual è il tuo spirito quando scatti, cosa vuoi comunicare?

Domanda complicata.. alcuni intendono la fotografia come una rappresentazione della realtà, altri invece, sostengono che la realtà in senso proprio non esista, ovvero che il mondo attorno a noi, sia una proiezione ed interpretazione della nostra percezione influenzata dal nostro bagaglio interiore. Quest’ultima è sicuramente quella che più mi appartiene.

Quando esco con la macchina fotografica, non è quindi per documentare, ma per mostrare agli altri la mia idea di questa realtà.

Amo molto le foto fatte per strada; scattare una foto per me è qualcosa di istintivo, percepire ciò che accade, o magari che sta per accadere, anticipandolo e predisponendosi al click che permette di fermare il tempo.

Quanto è importante per te l’occhio di chi vedrà lo scatto?

Credo che le foto siano sempre scattate per essere viste da qualcuno, altrimenti basterebbe serbarle nella mente. Quello che mi piace della fotografia, come mezzo d’espressione o forma d’arte è la sua capacità di comunicare in modo immediato e trasversale, questo la rende potente e diretta.

Penso anche che l’occhio di chi guarda non debba essere necessariamente allenato ed educato: non è il pubblico che deve capire, interpretare o sviscerare è l’opera che deve esprimere.

Hai partecipato a un bel concorso e sembra stia andando bene. Ce ne parli?

Volentieri! Un po’ per gioco, un po’ per sfida ho mandato le tre foto richieste al concorso indetto da Leica. Un concorso di grandissima portata visto che è stato appoggiato al social network più famoso. Per la verità molti che conosco l’hanno snobbato proprio per questo motivo, ma forse perché mi ha sedotto il nome che porta o forse perché mi piace l’idea di ciò che hanno messo in palio (i 24 vincitori dovranno scattare 36 foto della propria città con una macchina fotografica fornita per l’occasione da Leica), mi son detto: perché no!? Proviamo!

Per ora è andato bene, visto che sono passato alla prima grossa selezione: dei 42.600 iscritti ne sono rimasti 2.400. Se ci sarà un seguito mi farà piacere, ma questa è già stata una grossa soddisfazione.

Hai mai scattato una foto per conservarla solo per te?

Ahahah!!! Anche se và un po’ in contrasto con quello che ho detto prima, devo rispondere di sì.. ma è meglio passare ad un’altra domanda..

Max fumatore. Lavori da Noli e sei un grande appassionato di fumo lento. Come

ti sei avvicinato a questo mondo?

Ho iniziato presto, da ragazzino, forse un po’ in controtendenza rispetto alla grande maggioranza dei fumatori, il mio "battesimo del fumo" è avvenuto con i sigari e quasi nello stesso periodo mi sono avvicinato alla pipa. Sono sempre stato affascinato dal mondo del fumo lento.

Sapersi fermare un attimo per gustare uno dei piaceri raffinati che la vita ci può offrire.Ancora oggi il pungente aroma del toscano o quello legnoso e affumicato delle miscele inglesi fumate in pipa, mi riporta ai ricordi dell’infanzia.

Non nascondo che la mia preferenza ricade sulla pipa, adoro il piacere che emana un bell’oggetto, fatto a mano, in alcune si riesce addirittura a percepire l’amore che l’artigiano ha messo nel produrla. Mi piacciono anche i gesti rituali che servono a caricarla, fumarla e pulirla. Conoscere ogni pipa che si possiede, le sue caratteristiche, le diverse sfumature di gusto che sa donare al tabacco.

Quali sono i consigli che dai ai neofiti della pipa? E del sigaro avana?

Pipa e sigaro sono simili per certi versi, ma possono anche essere diametralmente opposti. Entrambi sono accomunati dalla ricerca del piacere nella cultura del fumo, dalla distanza a cui tengono la frenesia della vita quotidiana, perfettamente incarnata dal compulsivo e frenetico fumo di sigaretta.

Molto distanti invece tra loro: pratico e virile il toscano, complesso ed elegante il sigaro cubano, meditativa e romantica la pipa.

Non mi sento di dare veri consigli, ognuno ha il suo fumo preferito, che più lo rappresenta.

A chi si avvicina a questo mondo posso solo dire di fumare lentamente, senza mai scaldare troppo il tabacco, che degraderebbe perdendo gusto e diventando più dannoso per la salute.

La pipa a differenza dei sigari necessita di un po’ più di apprendimento, relativamente alla tecnica di fumata; va caricata senza pressare eccessivamente il tabacco e deve essere fumata a piccoli tiri, emettendo solo un filo di fumo … la grande fumata è giustificata solo in fase di accensione.

Il toscano come la pipa ha bisogno di piccolissimi tiri per permettere al tabacco di liberare tutto il suo aroma. Diverso il discorso per i sigari cubani che necessitano di grandi boccate (puff in gergo), ma sempre ben intervallate per permettere alla brace di raffreddarsi.

Qualche buona fumata da suggerire ai nostri lettori.

Per quanto riguarda la pipa sono un amante dei tabacchi naturali e forti, ma gradisco molto anchei pressati virginia (flake per dirla con gli inglesi), magari con una piccola aggiunta di perique.

A chi non lo abbia già fatto consiglio di provare i toscani umidificati (lontani dalla tradizione, ma meritevoli di prova), meglio se affinati qualche mese in più nel proprio humidor.

Il mondo dei cubani è invece così vasto che sarebbe impossibile dare indicazioni, è giusto che ognuno sperimenti e scelga secondo il proprio gusto. Mi sento solo di consigliare la prova di sigari di formato più lungo e sottile (formato corona per intenderci), secondo me dal gusto più intenso e concentrato, una fumata più attenta e meditativa, lontana dalla moda attuale che privilegia sigari più corti e di grande diametro.

Fumo e fotografia come si abbinano?

Per quello che mi riguarda li abbino con un toscano tra le dita quando sono in giro a cercare foto da scattare. Scherzi a parte, penso che ciò che li accomuni sia il piacere per le cose belle/buone, la capacità di concentrasi su ciò che ci piace e non ultimo il gusto che rimane in bocca dopo una buona fumata o la cattura di una foto ben riuscita.

Un saluto al Bicchiere Di_Verso

Non posso far altro che ringraziare per l’opportunità che mi è stata data per parlare di due delle cose che più amo e condividere queste passioni con i lettori.

Un sincero augurio di buona luce e buone fumate a tutti!


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