I funghi: di queste prelibatezze autunnali è meglio cibarsene senza rischiare, se non li conosci meglio non raccoglierli
“Andar per funghi“, come si dice, non è un passatempo da pensionato in crisi di noia come spesso lo si è dipinto nel corso degli anni. Le cronache riportano purtroppo ogni autunno casi di escursionisti “fungaroli” deceduti per rovinose cadute lungo i sentieri boschivi o, ancor peggio, per aver raccolto e mangiato specie rivelatesi fatalmente tossiche per il consumo umano, come quello successo qualche girono fa a Corigliano Calabro dove Dino Falco di 43 anni e la sua giovane colf sono rimaste vittime di un avvelenamento da funghi.
Non bastano le continue e pressanti campagne d’informazione operate dalle Asl e dalle associazioni per limitare al massimo le conseguenze peggiori di questa passione. Il periodo di maggior diffusione, va da sé, è quello autunnale, da fine agosto a novembre, soprattutto in tutti i boschi delle alpi e nelle zone appenniniche. Gli esperti affermano che le condizioni climatiche ideali per la nascita dei funghi sono una temperatura tra i quindici e i venti gradi e una buona dose di umidità del terreno. Importantissimo per una corretta raccolta e preservazione del territorio e dell’ecosistema in cui i funghi crescono è fare molta attenzione a lasciar cadere le spore degli esemplari che si raccolgono attorno al terreno circostante, consentendo così la rinascita successiva. Fondamentale, infine, se non siete sicuri delle specie che avete raccolto, è l’immediato trasporto all’Asl di competenza per chiedere l’analisi agli esperti micologi.
Altro discorso merita invece la rilevanza che questo prezioso alimento – che alla fine di questo si tratta – ha nel corso degli anni assunto per appassionati gourmet e incalliti setacciatori di boschi alla caccia dell’esemplare perfetto. Trovare una fungaia generosa è come trovare un tesoro e sicuramente nessun cercatore di funghi andrà mai a indicare i posti dove si trovano.
Molti di noi, verosimilmente, non sanno resistere a un buon risotto con i porcini, a una frittata di gallinacci o a una eccezionale insalata di ovoli crudi. E ciascuno di noi ha almeno uno o più amici che narrano di eccezionali levatacce all’alba per andare alla ricerca dell’oggetto del desiderio, magari in una bella giornata autunnale successiva a un acquazzone, poiché si dice, appunto, che i funghi crescono…come funghi.
Un’attività, quest’ultima, che soprattutto in aree geograficamente protette, specie nei parchi di montagna, è rigidamente regolata – dietro concessione di apposito patentino a pagamento – e limitatissima per quantità o addirittura consentita solo ai residenti, con pesantissime sanzioni in caso di trasgressione.