Fuochi d'artificio (at the Royal Villa of Monza)

Creato il 25 giugno 2010 da Valentediffidente
Il titolo del post non ha nulla a che vedere con la prestazione dell'Italia contro la Slovacchia. Non mi va di parlare di calcio, di un gioco che, a colpi di miliardi, ha perso il suo aspetto ludico e di divertimento. Mi piacerebbe solo che il prossimo mondiale sia giocato da 11 italiani a caso, contro 11 sconosciuti di altre nazionalità. Ora si parla di  responsabilità e processi. Fossi in Lippi mi candiderei al PdL e invocherei il legittimo impedimento (Brancher docet). Chiudo e passo oltre.
Ieri sono andato a vedere i fuochi a Villa Reale. Alle 19.30 eravamo, io e lei, seduti nel parco con le nostre copertine, i nostri panini al prosciutto e tanto ammmore negli occhi. Ci siamo guardati un po' intorno, studiando i vari esempi di umanità varia e, verso le 21.45 lo spettacolo è iniziato. Piccola parentesi: quanto sarebbe stato bello se sul prato, durante l'attesa, non ci avessero ammorbato con il classico speaker-dj che deve per forza farti divertire? Siete un pubblico meraviglioso! Cantiamo tutti insieme!! Ho provato tenerezza per quei poveri illusi che, dopo una giornata di lavoro, pensavano di godersi un paio d'ore prima dei fuochi leggendo un libro. Vabbé!
Spettacolo molto bello. Per chi non lo sapesse è composto da musiche e fuochi d'artificio in sincrono. Molto bello ed emozionante. Un attimo di tensione dopo il primo pezzo quando, i soliti selvaggi, resisi conto che dalla loro posizione vedevano male, hanno deciso di spostarsi, invadendo la zona transennata per motivi di sicurezza. Siamo ai livelli che non basta la transenna, è necessario mettere una didascalia: "Questa transenna è stata posta qui, perché da questo punto in poi, per motivi di sicurezza, non si può sostare". Ho dei seri dubbi che anche questo non basterebbe. Per i selvaggi servirebbero transenne elettriche o, più semplicemente, una matita per disegnargli un cervello.
Torniamo allo spettacolo. Mentre i fuochi esplodevano in aria sulle musiche dei Pink Floyd, io mi sono voltato a guardare il mare di gente dietro me. Tutti naso per aria, con i volti che cambiavano colore: rosso, verde, blù, arancione, oro. Gli occhi spalancati e sulle lenti degli occhiali potevo vedere i fuochi in miniatura. Per un attimo ho pensato a cosa sarebbe il mondo se tutti, invece di seguire i propri interessi personali, si concentrassero sui valori collettivi. Quella folla dietro me, tutta concentrata su quello che stava accadendo in cielo, sembrava così pura, così umana e così felice, che avrebbe meritato di morire in quel momento. Mi sono sentito parte di un tutto ed ho pensato che, forse, nel profondo di ognuno di noi c'è una scintilla di speranza.
Poi i fuochi sono finiti e mi sono ritrovato a calpestare bicchieri, bottiglie, piattini e cartacce varie abbandonati sul prato. La scintilla di speranza è andata a persa in mezzo a tutta quella spazzatura.
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