Seduto, mi guardi e vedi oltre, nel corpo imperfetto, tra la pelle che ti aspetta e il desiderio che non passa.
Sono anni assetati, trascorsi al lato di un fiume marcio e odoroso di sconfitta, incuranti dei fallimenti, anni in cui troppo è stato chiesto al cuore e da tempo l’amore è stato accantonato, svezzato dal tradimento.
Seduto mi guardi e sorridi, come sempre accade, ai lati della tua bocca sorniona, quella bocca che genera, venera, parole sdrucciole e sghembe, in rima, mai un fallo che la grammatica è sacra e benedetta. Scivola la lingua calda, ad ogni incontro riconosce il suo naturale esistere mentre fuori, fuori…
Hai mai visto il colore della nostra intimità?
Chiara