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Dopo l'esordio con
Battle Royale, nuovo appuntamento con la rubrica
L’ora cult che potete anche leggere in anteprima sul blog
L’ora blu.
Questa è la replica per chi se lo fosse perso lì.
Fuori orario
(USA 1985)
Titolo originale: After Hours
Regia: Martin Scorsese
Cast: Griffin Dunne, Rosanna Arquette, Linda Fiorentino, Teri Garr, Catherine O’Hara, Verna Bloom, John Heard, Will Patton, Cheech Marin
Genere: tutto in una notte
Se ti piace guarda anche: Collateral, Eyes Wide Shut, Tutto in una notte, Tutto quella notte, Frantic
C’è qualcosa di magico, nella notte. Il sogno prende il sopravvento sulla percezione del reale. Il lato oscuro si impossessa della nostra parte più buona. Il razionale diventa irrazionale.
C’è qualcosa di magico, nei film ambientati di notte, meglio ancora quelli da tutto in una notte. La narrazione si concentra su poche ore nella vita dei personaggi. Poche ore che possono cambiare tutta un’esistenza.
Fuori orario appartiene in pieno ai tutto in una notte, è il pezzo di diamante del genere, però non percorre la strada esistenziale. La nottata folle vissuta dal protagonista è come un sogno. A tratti un bel sogno. A tratti un incubo. Però non ci è dato sapere se gli cambierà davvero la vita. Probabilmente no.
C’è qualcosa di magico, in un film come Fuori orario.
Il protagonista Paul Hackett (
Griffin Dunne) è un programmatore di computer che decide di passare una serata fuori. Dopo una stancante giornata di lavoro, cosa c’è di meglio di una tranquilla uscita?, deve aver pensato. Purtroppo, o per fortuna, si rivelerà invece la nottata più pazzesca che ha mai vissuto e che, probabilmente, mai vivrà. Una nottata in cui incontrerà non una, non due, non tre, bensì quattro bionde. E ATTENZIONE SPOILERONE non farà sesso con nessuna delle quattro!
A muovere o meglio smuovere il protagonista da una parte all’altra della city, ça va sans dire, è una ragazza. La prima bionda che mette in moto tutto. Una
Rosanna Arquette all’apice della sua stupendosità. Da quello che sembrerebbe l’incontro galante preludio di un’altra solita ennesima commedia romantica 80s style, parte invece un’avventura nel cuore della notte che non ha mai fine, che non ha mai fine, che non ha mai fine e Paul Hackett rimane così come intrappolato in un incubo kafkiano da cui non riesce a uscire.
"Chissà chi è l'idiota che fa certi disegnini... scommetto Cannibal!"
Il meccanismo di ripetizione che si instaura non è un semplice modo per rimpiazzare la mancanza di altre idee. O, almeno, non credo fosse questa l’intenzione dello sceneggiatore qui esordiente
Joseph Minion. La ripetizione è un elemento tipico dei sogni, la riformulazione di cose che abbiamo visto e vissuto durante la veglia riproposte in una forma leggermente differente.
La dimensione onirica ci tiene compagnia per tutta la notte, per tutta la visione del film. Con questo non intendo che ci accompagni tra le braccia di Morfeo. Tutt’altro. Fuori orario è un’auto che viaggia fuori giri, a un ritmo indiavolato come quello del taxista pazzo che traghetta il protagonista dalla parte “normale” della New York diurna, fino a quella pazza, assurda e da sogno di Soho. Ricreata da
Martin Scorsese attraverso improvvise accelerazioni e zoomate, come una giostra da luna park che parte lenta e poi quando non te ne sei nemmeno accorto viaggia già a una velocità insana e tu a quel punto non puoi scendere. Hai paura. Ti stringi stretto alla maniglia. Sarai sollevato quando tutto sarà finito. Eppure in quel momento non c’è altro posto dove vorresti essere. Quell’adrenalina ti fa sentire vivo e tu scendere non vuoi. Non adesso. Paul Hackett ci accompagna sulla giostra scorsesiana. E nemmeno lui vuole scendere. Non fino a che la notte sia finita. Alla faccia della serata tranquilla. Alla faccia del relax post lavoro.
Vogliamo cercare di dare un’interpretazione sociale a questo film? Vogliamo vederlo come un inno al posto di lavoro come porto sicuro contrapposto all’incognita e ai pericoli dell’avventura nella notte? La routine della vita ordinaria del giorno contro il caos degli incontri sessuali, dei locali punk, della criminalità della notte, per cui provare repulsione eppure venirne attratti come da un’irresistibile forza di attrazione?
Nah, domande troppo razionali e questo film è meglio viverlo come si fa con i sogni. Quando dormi, non stai a chiederti cosa succederà. Ti lasci semplicemente trascinare dentro dagli eventi. Reali o folli che siano. Tutto nei sogni è possibile. Come nei film. Come di notte. Come nei film da tutto in una notte.
(voto 9/10)