Fuori piove un mondo freddo

Creato il 16 novembre 2010 da Elettra

(Alla seconda puntata posso dire quello che pensavo già alla fine della prima).
Non si può dire che Vieni via con me sia un brutto programma: è un gradevole esempio di quello che potremmo chiamare – anche se la contraddizione è dietro l’angolo – varietà impegnato; la naturale protesi del lunedì sera di Che tempo che fa.
Detto questo Vieni via con me è un programma per se stesso, per gli autori che l’hanno ideato, per i protagonisti che espongono i propri elenchi o che recitano i propri monologhi, per chi comunque l’avrebbe guardato. Per quelle persone che guardano Che tempo che fa il sabato e la domenica prima di uscire o mentre cenano, per quelle persone che guardano Parla con me prima di Linea Notte. Per quelli come me.
E’ un programma retorico, quella bella retorica che ci fa sentire meglio e che, al meglio delle proprie possibilità, cavalca l’onda dell’essere e sentirsi migliori rispetto a qualcosa o qualcuno (che poi date alcune costanti nostrane, è un po’ vincere a mani basse).
La dinamica di produzione e fruizione di Vieni via con me assomiglia un po’ ad un gruppo esclusivissimo composto di pochi e gaudenti milionari che si compiacciono l’uno con l’altro della propria sproporzionata ricchezza. Una tautologia che in quanto tale non porta niente di nuovo alla discussione, solo frasi incisive e ad effetto che il giorno dopo diventeranno nomi di gruppi compiaciuti e di tendenza su facebook.
E per la cronaca, non avrei mai fatto andare Bersani e Fini a recitare il proprio elenco dei valori fondanti. Non per una questione di par condicio ma per la banalità e l’inutilità degli interventi fatti. Ah il buon vecchio metodo del creare aspettative..


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