Fuori Salone 2015 : "una CASA di DESIGN" per le API ...di città - Come la immaginiamo? La parola ai designer internazionali

Da Sadica @sadicamente

Le api di campagna …arrivano in città:
immaginiamo una casa (di design !) per loro


Tutti gli animali sociali hanno la necessità di costruire rifugi, nidi o tane per trovare protezione dai pericoli dell’ambiente esterno. Ma pochi raggiungono la perfezione architettonica delle api: cellette esagonali disposte l’una accanto all’altra con precisione millimetrica, studiata dagli scienziati e dai matematici, oltre che imitata dai designer d’ogni tempo. La struttura a nido d’ape è utilizzata nel design per interni, nei tessuti, nelle calandre delle automobili, nella forma modulare di tanti agglomerati residenziali.
È sorprendente come creature così piccole siano in grado di dar vita a costruzioni non soltanto di notevoli dimensioni, ma anche estremamente resistenti e dotate, in alcuni casi, di raffinati sistemi di areazione. Alveari a grappolo profumati e ronzanti spuntano nei tronchi scavati o appesi ai rami in mezzo a prati verde smeraldo. Peccato che per le api di campagna i tempi siano davvero duri: pesticidi, fertilizzanti chimici e mutamenti degli habitat naturali stanno decimando la popolazione di questi insetti fondamentali per la vita. Il loro compito di impollinatrici è fondamentale nell’ecosistema: meno api significa meno piante, meno piante meno cibo, meno cibo meno vita - 71 delle 100 colture più importanti per l'alimentazione umana sono impollinate dalle api, dai pomodori alle mele e le fragole.

Per questo, come nella famosa favola dei due topolini, le api di campagna stanno provando da tempo a trasferirsi in città. Già, ma tra il cemento e l’asfalto, dove possono trovare rifugio? Da quando l’allarme per la loro scomparsa è stato lanciato forte e chiaro, si moltiplicano sempre di più le iniziative per trovar loro una casa: oggi è tempo di apicoltura in chiave urbana. Da Parigi a Londra, da Sidney a New York le arnie hanno fatto la loro comparsa sui tetti dei grattacieli o negli angoli dei parchi pubblici e ormai la pratica fa tendenza: si produce miele perfino a Wall Street e sui cornicioni dell’Opera di Parigi. Certo, anche la città ha i suoi veleni, ma le api vivono appena 40 giorni e non fanno a tempo ad assorbirli, perciò questo miele non ha nulla da invidiare a quello prodotto nelle campagne.

Proprio nel nome delle api apre quest’anno la 13 ° edizione di Green Island, ideato dalla storica dell’arte e appassionata di stile eco Claudia Zanfi - in collaborazione con Mielizia-CONAPI (Consorzio Nazionale Apicoltori) - che in occasione di Milano Design Week (Aprile 2015) e per il periodo di EXPO 2015 (Maggio-Giugno 2015), ha chiesto a un gruppo di famosi designer e artisti internazionali di immaginare e disegnare il “loro alveare urbano “ ideale.
Il risultato è la PRIMA mostra in Italia di alveari urbani, visibile all’opening milanese del 14 aprile in Stazione Garibaldi intorno a un’installazione che simula un manto pratoso, anzi essa stessa installazione perché i progetti saranno esposti dentro vasi di piante fitodepuratrici e coniugheranno in modo originale architettura, design e rispetto per l’ambiente.

Sono tante le voci che contribuiscono a questa rassegna unica nel suo genere. C’è chi come la londinese JUDITH COWAN ha pensato l’arnia come un oggetto di design, con tanto di tettuccio giallo che si trasforma all’occorrenza in sgabello per smielare oppure chi, come Andrea Liberni, ha realizzato una casa-torre piena di finestre esagonali; altri come il DUO CONTROL ZAC hanno puntato soprattutto sull’aspetto grafico e sul calambour, creando lo slogan “To Be or not to bee”, mentre Katia Loher, giovane e poliedrica artista svizzera trapiantata a New York ha costruito una sorta di caleidoscopio, una sfera color miele che si fa pianeta e insieme occhio umano. E ancora: l’ATELIER VAN LIESHOUT dall’Olanda firma una scultura in cera fantastica e poetica, dall’aspetto morfologico e organico; il bosniaco IGOR Sovily immagina una sorta di “cabina telefonica” colorata e traforata da esagoni; il fotografo concettuale Paul Clemence sfrutta l’occasione per riflettere sui tanti modi in cui la natura influenza e plasma l’architettura umana. Con Fieldworks prosegue il link tra natura e società: le case per le api diventano sculture-scatole in legno, una ammassata accanto all’altra, quasi una metafora delle torri abitate dagli uomini. È affidato alla slovena Polonca Lovsin - che il 13 Aprile (ore 11-13) presso EXPOGATE, l'Info Point dell’Esposizione Universale in Largo Cairoli, presenterà in anteprima italiana il video “Perché le api scompaiono?” - un omaggio a Parigi dove, sul tetto dell’Opéra National, vivono già 90 mila api che producono miele al sapore di menta e limone. Infine, con il progetto di Lois Weinberger, si ritorna all’origine: il primo apiario nacque certamente raccogliendo un tronco cavo contenente uno sciame. Il prototipo dell’arnia.

Se dunque avvistate uno sciame ronzante a Milano, alla vigilia della primavera, niente paura: si prospettano giorni felici per regine e operaie sotto la Madonnina…in case di estremo relax (e design) !
Il progetto innovativo GREEN ISLAND 2015. ALVEARI URBANI è stato selezionato tra i più interessanti durante le presentazioni dei Tavoli Expo 2015 e ha raggiunto il primo posto nelle votazioni del contest a inviti Tavola Periodica. E’ stato quindi selezionato tra gli eventi culturali per i percorsi di EXPO IN CITTà.
ALVEARI URBANI è in partnership con importanti enti pubblici e privati: Comune di Milano; Camera di Commercio Milano; Expottimisti; Rabobank; Museo Alessi; Centostazioni- Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane; FAI (Fondo Italiano Ambiente); Legambiente; PromoGiardinaggio; Conservatorio Musicale G.Verdi; MUBA (Museo Bambini); Facoltà di Agraria Milano; COOP Lombardia; Atelier del Paesaggio; Spazio Lombardini22; BikeMI; SamarLegno; 5VIE Arte&Design.
E’ promosso in collaborazione con MIELIZIA/CONAPI (Consorzio Nazionale Apicoltori), la rete dei maggiori produttori di miele biologico in Italia; e con Media Partners di rilievo, tra cui ARTRIBUNE, Gardenia, Paysage
Il progetto fa parte del circuito di ricerca della Comunità Europea con l'Università Middlesex di Londra.
GREEN ISLAND è Pet&Bike friendly : seguici in bici con il tuo amico a 4 zampe.
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Green Island è giunto alla sua 13° edizione! (www.amaze.it). Il programma nasce per promuovere una ricerca culturale sui paesaggi urbani contemporanei e le ecologie sociali, in una forma di dialogo tra società e territorio. GREEN ISLAND interpreta l’esigenza di valorizzare e ripensare nuove aree della città, per riflettere sul tema urgente dello spazio collettivo e del verde pubblico. Il suo intento è permettere ai cittadini di ritrovare un’armonia tra tessuto urbano e paesaggio. Il progetto supporta la riqualificazione territoriale con miglioramenti locali, in grado di conferire ai quartieri una progettualità di respiro internazionale. Green Island ha attivato una rete di oltre 100 realtà pubbliche e private; al progetto hanno aderito prestigiosi autori tra cui Andrea Branzi, Tom Matton, Lois Weinberger, i giovani Medusa Group. Tra le varie attività di GREEN ISLAND importanti libri monografici: sulle erbe spontanee (Flora Urbana); sui giardini d’artista (The Mobile Garden); sui nuovi paesaggi urbani (I giardini di Piet Oudolf).
Claudia Zanfi, storica dell’arte e appassionata di giardini, collabora con istituzioni pubbliche e private su progetti culturali ed editoriali, dedicati ad arte, società, paesaggio. Nel 2000 fonda e dirige il programma internazionale GREEN ISLAND per la valorizzazione dello spazio pubblico e delle nuove ecologie urbane. Realizza la collana editoriale Green Island con vari titoli monografici. Nel 2010 fonda lo studio di progettazione e diffusione del verde ATELIER DEL PAESAGGIO (www.atelierdelpaesaggio.worldpress.com), gruppo che si dedica alla rigenerazione di spazi urbani abbandonati o in disuso, alla realizzazione di orti urbani e giardini d’artista, con particolare attenzione alle specie autoctone e a bassa manutenzione. Recentemente ha realizzato le aiuole di Corso Como Milano ed è finalista per i progetti di Lousanne Jardins (CH) e della Biennale Spazio Pubblico (Roma).

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