Riceviamo dal consigliere regionale, Enrico Tibaldi, e volentieri pubblichiamo.
Cara Patuasia, sono interessanti le informazioni pubblicate sul tuo blog, perché allargano la conoscenza di quel putridume che si trova nello stagno di CVA, nel quale - e ringrazio sia te che diversi tuoi commentatori per riconoscermelo – ho scagliato per primo il sasso (http://www.enricotibaldi.it/archivio/256-cva-il-sasso-nello-stagno.html), collezionando una querela. Le mie indagini stanno tuttavia procedendo e quanto prima ci saranno altre novità. Proprio stamane ho reclamato alla Presidenza del Consiglio regionale la mancata ricezione di tutti quei documenti riguardanti la procedura d’appalto a WGP che contiene numerose “zone d’ombra”: l’inadempimento della consegna nel termine di 30 giorni dalla richiesta (2 maggio) va attribuito al Presidente della Regione. Come tutti i comuni mortali ho una pazienza limitata, soprattutto se non vengono rispettati i termini previsti dalle norme. Apprezzabile è anche il lavoro svolto dai grillini, che contribuisce a fare emergere gli interessi sporchi che avvinghiano il nostro patrimonio idrico ed energetico. Già mi erano pervenute notizie sull’alone grigio che ammanta il direttore tecnico di WGP (società partecipata dalla Regione) e sul prezzo che parrebbe gonfiato in fattura a CVA in relazione alle forniture cinesi, ma, in assenza di prove, ciò non si può dire. Le prove spero che le cerchi e le trovi la magistratura di via Ollietti. Dallo stagno si leva un odore sempre più forte: restando in tema metaforico, spero che il cadavere di qualche furbetto venga presto a galla.