Furti di rame tra Marsala e Trapani. Nove arresti, una tonnellata di o"ro rosso" recuperata

Creato il 23 maggio 2013 da Www.marsala.it @@il_volatore

Scacco matto ai furti di rame nella provincia di Trapani. Nel corso della notte, a Marsala, Trapani, Carini e Palermo, i Carabinieri della Compagnia di Marsala hanno dato esecuzione a 9 misure cautelari, nei confronti di altrettanti soggetti marsalesi ed ericini, emesse dal G.I.P. presso il Tribunale lilybetano: 4 sono le custodie cautelari in carcere, 1 ai domiciliari e 4 obblighi di presentazione presso la P.G..

 Nel corso di tutta l’attività ed a seguito delle misure, inoltre, circa una tonnellata di rame rubato è stato recuperato dai militari dell’Arma.
L’indagine “CUPRUM” si sviluppa nell’ambito dell’attività di prevenzione e contrasto ai reati predatori aventi per oggetto materiale ferroso, ed in particolare rame; i cavi di oro rosso costituisco, infatti, il fulcro della rete elettrica, telefonica ed idrica di molti territori della provincia e, dato il loro valore, sono stati spesso oggetto di razzia, creando notevole disagio alla popolazione.
L’attività investigativa, quindi, trae spunto dall’arresto operato nella flagranza del reato a Marsala, in contrada Spagnola, la notte del 27 marzo 2013, a carico di IOVINO Roberto e DI PIETRA Daniele, ericini rispettivamente di 43 e 21 anni, con precedenti specifici per reati contro il patrimonio, sorpresi dai militari della Stazione Carabinieri di San Filippo di Marsala unitamente ad un terzo soggetto, che riusciva a darsi alla fuga facendo perdere le proprie tracce, nel mentre erano intenti a caricare a bordo dell’autovettura in loro uso circa 100 kg. di cavi di rame appena asportati dalla linea pubblica di illuminazione ivi sita e, poi, sottoposti a sequestro.

Con la convalida dell’arresto e la condanna sospesa, infatti, IOVINO e DI PIETRA venivano rimessi in libertà e sotto la direzione del magistrato titolare delle indagini presso la Procura della Repubblica di Marsala, Dott. Bernardo PETRALIA, venivano avviate attività di intercettazione d’urgenza, sia telefoniche che tra presenti, al fine di individuare il terzo complice, subito identificato in MARINO Francesco, marsalese 55enne, suocero del predetto IOVINO, ma che consentivano di espandere ulteriormente lo scandaglio investigativo ad una impressionante sequela di furti, monitorati in diretta, in capo ad un gruppo variamente composito di giovani malviventi: oltre ai citati IOVINO e MARINO per cui è stata applicata la custodia cautelare in carcere, sono stati identificati:


- DI PIETRA Maurizio, ericino 30enne, per cui è stata disposta la custodia cautelare in carcere;
- ROCCIA Vito, ericino 30enne, per cui è stata disposta la custodia cautelare in carcere;
- SANSONE Alessandro, ericino 19enne, a cui sono stati applicati gli arresti domiciliari;
- RANDAZZO Ivan e ADRAGNA Roberto Pietro, ericini rispettivamente di 28 e 43 anni, sottoposti all’obbligo di presentazione alla P.G.;
- MARINO Gaetano e MARINO Baldassare, fratelli palermitani rispettivamente di 57 e 65 anni, titolari della ditta di recupero materiali ferrosi “TRINACRIA S.R.L.”, ubicata nella zona industriale di Carini ed individuata quale principale canale di smercio della refurtiva, sottoposti all’obbligo di presentazione alla P.G.;
tutti chiamati a rispondere a vario titolo di furto aggravato, interruzione di pubblico servizio, ricettazione e riciclaggio perpetrati in concorso.
Tale cricca, individuata grazie ai servizi tecnici d’ascolto e di localizzazione satellitare ma anche mediante un’attività di controllo del territorio caratterizzata da appositi servizi di pedinamento ed osservazione sul territorio, fatti quasi nella totalità nell’arco orario tra le 22.00 e le ore 06.00, aveva quale unico impegno - ancor meglio “passatempo” - la sistematica razzia di cavi elettrici, tombini, attrezzi di cantiere, beni e valori domestici da reperire in case private; beni tutti da vendere con immediatezza presso canali di ricettatori conniventi, onde ricavarne denaro da destinare con altrettanta immediatezza al consumo spicciolo e voluttuario.
Sotto la guida dello IOVINO Roberto, infatti, nell’arco di tempo monitorato, dal 27 marzo al 22 aprile u.s., quasi ogni notte i membri di questa consorteria, alternandosi tra loro, si organizzavano per effettuare le scorribande nel territorio della Provincia ed in particolare di Trapani, Erice, Custonaci e Marsala: nel corso delle indagini sono stati accertati, ricostruiti e riscontrati 13 diversi episodi delittuosi, di cui 4 tentati, tra cui anche furti in abitazione od esercizi commerciali ma aventi come obiettivo principale i cavi di rame che venivano in seguito venduto al dettaglio per 5 Euro al kg. Diversi, infatti, sono stati gli episodi in danno della linea elettrica o di illuminazione pubblica che hanno provocato dei black out nelle zone colpite o lasciato al buio intere contrade, rendendo necessario l’intervento dei tecnici specializzati dell’ENEL:
• 27 marzo 2013, Marsala, Contrada Spagnola di Marsala, furto di cavi elettrici in rame del peso di circa kg. 100, in danno della rete elettrica di ENEL S.p.A.;
• 12 aprile 2013, Trapani, Contrada Marausa in prossimità delle vie Rina e Torre di Mezzo, furto di cavi elettrici in rame del peso di circa kg. 100, in danno della rete elettrica di ENEL S.p.A.;
• 15 aprile 2013, Erice Casa Santa, vie dell’Università e Pesaro, furto di circa kg. 70 di cavi elettrici in rame, in danno della rete di illuminazione pubblica gestita da ENEL S.p.A. e Comune di Erice;
• 16 aprile 2013, Custonaci, fraz. Cornino, via Antonio Pigafetta, furto di circa kg. 150 di cavi elettrici in rame, in danno della rete di illuminazione pubblica gestita da ENEL S.p.A. e Comune di Custonaci;
• 20 aprile 2013, Valderice fraz. Lido di Valderice, furto di n. 23 matasse di cavi elettrici in rame, in danno della rete di illuminazione pubblica gestita da ENEL S.p.A. e Comune di Custonaci di Valderice.
Dalle posizioni ricavate dal sistema di localizzazione GPS installato sull’autovettura A4 nella disponibilità di IOVINO Roberto, a bordo della quale sono intercorse la maggior parte delle conversazioni di interesse investigativo in quanto era il principale mezzo utilizzato per le azioni delittuose e che, a seguito dell’esecuzione delle misure, è stata sottoposta a sequestro poiché al suo interno sono stati rinvenuti 300 kg. di rame di provenienza furtiva nonché vari attrezzi verosimilmente utilizzati per l’attività illecita, si è potuto altresì desumere il modus operandi del gruppo, con l’individuazione di diverse fasi:
- la scelta del sito da colpire;
- la verifica della fattibilità dell’intervento, effettuando diversi sopralluoghi del sito prescelto in orari e giorni diversi;
- la prova dell’apertura dei tombini;
- l’attesa del momento favorevole per l’avvio delle operazioni di asportazione dei cavi elettrici, con più sopralluoghi sul sito dove si sarebbe effettuato il furto;
- il taglio dei fili e la sfilatura dai tombini;
- il caricamento della refurtiva sull’Audi A4 di proprietà di IOVINO Roberto;
- il trasferimento dei cavi presso la casa di Marino Francesco in contrada Cutusio a Marsala, centro di stoccaggio e smistamento della refurtiva, dove quest’ultimo li bruciava per eliminarne la guaina e far rimanere solo il metallo (nel corso di un servizio di riscontro, in tale abitazione sono stati rinvenuti 500 kg. di cavi di rame di illecita provenienza);
- il trasporto e la consegna a conniventi ditte specializzate per il recupero di materiali/rottami metallici dai quali percepivano, in contraccambio, denaro contante e/o assegni garantendosi l’ingiusto profitto prefissato, ovvero l’immediata disponibilità economica (ruolo della DITTA TRINACRIA S.r.l. di Carini gestita da MARINO Gaetano e MARINO Baldassare).
 


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