A Borzano, frazione reggiana, i ladri sono arrivati a rubare in un locale che ha sede tra le caserme dei carabinieri e quella della finanza. A Bologna un 15enne è stato pestato a sangue, in pieno centro, per cinque euro. La scorsa settimana, al parco di via Cleto Tomba, un bandito ha pensato di spaccare il naso a una 36enne per sottrarle l’Iphone e la borsetta. Giorni dopo, alla sala slot ‘Cirenaica’, rapinatori hanno fatto irruzione armati di spade. Nel modenese e nel reggiano i roghi sono ormai cronaca quotidiana. E i sospetti che non siano casi fortuiti sono diventati certezze. A sentire don Franco, parroco di Cognento (Modena), i ladri si sono accaniti anche contro i fedeli: forzano le auto durante la messa, aspettano che le signore prendano la comunione per rubar loro la borsetta, addirittura si infiltrano a matrimoni e funerali per carpire informazioni. Ed effettivamente, in zona, qualche coppia di neo-sposini, al ritorno dal viaggio di nozze, si è trovata la casa svaligiata.
La soluzione di enti come la Regione sta in iniziative come i “laboratori di convivenza”: soldi pubblici per risolvere con un’aspirina il cancro del crimine. Esempio tipico è quello della Bolognina, quartiere degradato e terra di spaccio, scelta come caso scuola per l’esperimento dei ‘laboratori’. Così si è scelto di combattere con una Zigulì una situazione che altrove sarebbe affrontata con l’esercito.
Nessuno ha la ricetta. Ma se i sindaci aprissero gli occhi sull’emergenza criminalità già si farebbero passi avanti. Rudolph Giuliani ha coniato il termine “tolleranza zero”. La cosa, nella ‘sua’ New York, ha funzionato. Se qualche illuminato borgomastro volesse strafare potrebbe pure rivolgersi a Joe Arpaio, sceriffo della contea di Maricopa, in Arizona. Da queste parti gli sceriffi sono eletti. E lui è in carica dal 1992. Famiglia cristiana lo ha definito “il più cattivo d’America” (figurarsi). Il fatto è che lui è davvero il più cattivo d’America. E’ uno di quelli vecchio stampo, ma a mali estremi probabilmente l’unica strada è quella di ricorrere agli estremi rimedi: ronde di vigilantes armati, lotta dura all’immigrazione irregolare, qualche punta di intransigenza che contro i recidivi non fa mai male.
Con sindaci-sceriffi così è facile pensare che la ‘mala’ si farebbe qualche scrupolo in più a spaccare nasi, appiccare roghi e assaltare negozi e case in pieno giorno e in pieno centro. Certo: le prigioni nel deserto, l’umiliante abbigliamento rosa imposto ai carcerati e la smaccata vicinanza alla destra pro – armi lasciano perplessi, ma se uno come Steven Seagal – sì, l’attore, proprio lui, il buddista, vegetariano e attivista per i diritti degli animali – ha scelto proprio Arpaio come suo testimonial per la corsa alla poltrona di governatore, una ragione, viene da dire, ci deve pur essere.
Filippo Manvuller
(foto da westernjournalism.com)