ho pensato di fare una cosa, anzi due, probabilmente tre, e da lì è partita tutta una serie di considerazioni. perchè è caldo e ho molto tempo libero e l'ozio è il padre della filosofia. la madre non si sa chi è invece, ma sospetto fosse una gran spaccaballe. basta, non divaghiamo. dicevo: tolte le attività che uno deve fare perchè necessarie, come andare a lavorare, fare il bucato, cucinare, ecc., tutto il resto è puramente futile. in senso oggettivo, ovviamente, perchè ciascuno attribuisce alle proprie futilità significati e valori per trasformarle in cose basilari e importanti. però sono futilità. e allora, perchè diavolo le facciamo? il problema di fondo, comune a tutti, è che la vita è fondamentalmente una cosa priva di senso. l'altro giorno sul faccialibro qualcuno notava che gli animali non hanno il senso della noia, sennò si suiciderebbero in massa; gli uomini, che ce l'hanno, riempiono le loro vite di importantissime futilità. invidio quelli che non se ne rendono conto, io ho la maledizione della consapevolezza che mi spinge sempre ad analizzare e sezionare ogni dettaglio. e così, dopo che ho pensato di fare una cosa, anzi due, probabilmente tre, mi sono anche detta ma che cazzo le faccio a fare? che son futilità, no? epperò penso che le farò comunque.