Perché il tempo per guardarli, per spulciare la rete alla ricerca di prodotti validi, è sempre meno, e quindi inevitabile che passassero in secondo piano.
Ma le passioni sono dure a morire, eccomi qui, quindi, a proporvi un video davvero ben fatto, con un cast di tutto rispetto e che promette molto bene per il futuro.
In una località segreta esiste una struttura, il Gable 5, in cui vengono perpetrati esperimenti sulla psiche umana.
Scopo del progetto: eliminare la guerra e la violenza dall’animo umano, così da creare la pace perfetta.
O, come dice il creatore del programma, dominare il mondo perfetto.
Alla base del progetto ci sono cinque emozioni: rabbia, paura, panico, tentazione e ansia. La loro soppressione è indispensabile per consentire al genere umano di controllare le proprie emozioni, mettendo così la parola fine a tutte le violenze.
Quello che però fa di questo Gable 5 un buon prodotto è innanzitutto il cast e la recitazione. Un cast, come dicevo sopra, ben superiore alle solite aspettative per questo genere di intrattenimento.
Eliza Dushku , qui ritornata in forma e in panni che la vedono decisamente a suo agio, è uno dei cinque soggetti scelti per testare il programma. La sua emozione da sradicare è la rabbia e lei, che ormai è avvezza a combattimenti e sparatorie, sembra divertirsi a far fuori soldati uno dopo l’altro, per poi arrivare al finale e non riuscire a spiegarsi quello che sta accadendo.
Un cortometraggio che mette di fronte ad un dilemma non nuovo ma al tempo stesso intrigante e complicato: è legittimo interferire con le emozioni, anche quando queste sono sbagliate e portano inevitabilmente all’autodistruzione?
Questo, e altro, è ciò che il corto si prefigge di far arrivare allo spettatore. E ci riesce, sfruttando meccaniche note e ben rodate.
Questo cortometraggio, che mostra solo uno dei soggetti, dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) essere il pilot di una futura web-series, e visti i presupposti non posso dire altro che mi auguro che il progetto vada in porto.
Un buon corto, recitato alla grande e con volti adatti al contesto. Insomma, da guardare, nella speranza che prima o poi ci venga mostrato altro.