Gabo: la Letteratura è il suo monumento

Creato il 19 aprile 2014 da Athenae Noctua @AthenaeNoctua
Non intendo dilungarmi parlando di un autore che, considerando l'amplissima produzione, conosco ancora poco, ma un omaggio al grande Gabriel García Márquez (6 marzo 1927-17 aprile 2014) è più che un dovere: tante sono le emozioni che mi ha regalato la lettura dei suoi testi che non potevo esimermi dal manifestare, seppur virtualmente, la malinconia sorta alla notizia della sua scomparsa.

Parlare di Gabo - così è conosciuto fra i suoi lettori - è, invero, abbastanza 'imbarazzante', perché nessun resoconto biografico e nessuna analisi letteraria potrebbero descriverlo meglio di quanto facciano i suoi romanzi. È solo attraverso le sue parole, le sue fantasiose storie, i suoi particolarissimi personaggi e la passione della sua scrittura che si possono davvero capire l'universo e la personalità dell'autore colombiano. La sua parola ha creato Macondo, la sua fantasia lo ha popolato di personaggi, colori e sentimenti straordinari; entrare nelle sue storie è entusiasmante e struggente allo stesso tempo, amare gli uomini e le donne che le animano inevitabile.E allora non posso che tentare di descrivervi Gabriel García Márquez con quei libri che hanno permesso a me di incontrarlo e che mi hanno convinta a continuare la conoscenza di questo autore: Cent'anni di solitudine e Cronaca di una morte annunciata.
Come solo la grande Letteratura sa fare, i romanzi di Gabo costituiscono il suo monumento, la sua garanzia di immortalità.
«Per i suoi romanzi e racconti, nei quali il fantastico e il realistico sono combinati in un mondo riccamente composto che riflette la vita e i conflitti di un continente» (motivazione del Nobel 1982)
C.M.