Gabon/ Debito estero e presenza francese ovvero come "ti distruggo l'ambiente"

Creato il 01 marzo 2011 da Marianna06

La Francia e il Gabon hanno concordato di convertire una parte del debito estero del Paese africano in un fondo per l'industrializzazione del settore del legno.

Secondo gli accordi saranno 1,47  i milioni di euro destinati all'istituzione di un "Bureau Industrie Bois". Ossia l'Organismo nazionale gabonese per l'industria del legno.

Il patto è stato firmato dal ministro  dell'Ambiente, del Gabon Blaise Louembé, da un rappresentante dell'ambasciata francese in Gabon, tale Jacqueline Bassa-Mazzoni e da François Parmantier, direttore dell'Agenzia francese di Sviluppo.

Uno studio di fattibilità- è stato ufficialmente detto -consentirà di identificare i legami tra gli operatori di settore, i bisogni reali di formazione e la formulazione di proposte capaci di rispondere a questi bisogni.

L'obiettivo dichiarato del tentativo d'industrializzazione è l'aumento del valore delle esportazioni di legno.

Fin qui ,sulla notizia, nulla da eccepire se  effettivamente l'impegno franco-gabonese deve servire a migliorare le entrate dello Stato africano e ripianare la sua situazione debitoria.

Ma l'ambiente?

Chi ci pensa?

Depauperarlo in tal modo è da criminali e, nello stesso Gabon, dove per ettari ed ettari di territorio si estendono meravigliose foreste con flora e fauna endemica, già da anni si sono levate proteste da parte degli ambientalisti locali.

Proteste riconosciute giuste da tutto il mondo "pensante", che considera le foreste gabonesi e quelle limitrofe congolesi ,al pari di quella più nota amazzonica, l'ennesimo polmone verde del  nostroPianeta.

Quindi... un "BENE" da maneggiare assolutamente con cura.

Inoltre la cooperazione francese, che deve attivarsi  per creare professionalità industriali, lo farà gratuitamente?

Mi spiego meglio. Non ci sarà alcuna cresta ?

Di questi tempi mi pare impossibile.

Insomma il paternalismo continua indisturbato ,sotto mentite spoglie, di  una Francia buona samaritana.

A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

 


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