“Piccolo testamento”
Io guidavo e Vittorio stava seduto davanti, vicino a me. Divorava tutto con gli occhi, il suo sguardo attraeva a sé le facciate delle case, i pochi alberi, le persone. Rimaneva per lo più zitto. Solo a un certo punto ha detto di avere fame e poco dopo ha aggiunto, parlando a bassa voce senza staccare gli occhi dal finestrino, che doveva trovare il modo di dare un senso a quello che gli era successo. Un senso estetico, ha detto ancora.
Gabriele Dadati - Piccolo testamento
IL LIBRO
Piccolo testamento è un romanzo che si svolge tutto nell’arco di una notte. Siamo a giugno e il caldo afoso impedisce al protagonista, un giovane di neanche trent’anni, di dormire: così si alza dal letto e inquieto inizia a girare per casa. Le stanze scarsamente arredate si popolano presto di ricordi e dalle ombre emerge quella di Vittorio, intellettuale cinquantenne, uomo amabile e rigoroso, morto il mese prima. È stato il maestro, quasi il padre adottivo, del nostro giovane. E nell’arco della lunga notte scopriamo le tappe della loro amicizia non comune e della malattia implacabile che ha strappato Vittorio alla vita.
La vicenda non racconta solo di un’iniziazione intellettuale rara nell’Italia dei nostri anni – un paese che ha smesso di insegnare ai suoi giovani il gusto per la bellezza e per il lavoro intellettuale –, ma anche la più generale necessità, per ognuno di noi, di avere un dialogo con chi riconosciamo essere “dei nostri”. È per questo che il giovane protagonista di Piccolo testamento finisce per percepirsi come fuori dalla vita: oltre alla morte di Vittorio, ha dovuto affrontare la separazione da Marta, la ragazza amata, e ora gli pare di parlare una lingua che è straniera a tutti.
Perché vale la pena di leggere Piccolo testamento? Perché ci racconta una privata storia italiana che ha un valore civile forte e facilmente distinguibile.
In seconda battuta perché si tratta di una prova di virtuosismo narrativo: una sola notte, un solo personaggio, un solo luogo. E tuttavia si voltano le pagine una dopo l’altra senza staccarsi neanche per un attimo dal libro.
Infine perché Gabriele Dadati è il felice possessore di una prosa tutta votata al minuzioso scavo psicologico, pur risultando piana e solida.
Gabriele Dadati (Piacenza, 1982) ha pubblicato Sorvegliato dai fantasmi (peQuod, 2006; Barbera, 2008), premio Dante Graziosi e finalista come Libro dell’anno per Fahrenheit di Radio 3 Rai, e Il libro nero del mondo (Gaffi, 2009). Nel 2009 ha rappresentato l’Italia nel progetto Scritturegiovani del Festival della Letteratura di Mantova. Lavora per Laurana Editore, collabora con Booksweb.tv e scrive sul quotidiano “Libertà”.
COME COMINCIA
Gabriele Dadati – Piccolo testamento – Laurana editore – collana: rimmel (narrativa italiana) – pp. 128, euro 12.00
data di uscita: 2 settembre 2011