Gabriele Münter*
La formazione pittorica di Gabriele Münter avvenne in un contesto storico che escludeva il sesso femminile da percorsi di crescita artistico-culturale. Malgrado ciò Gabriele ebbe il coraggio di sfidare i pregiudizi e di optare per la sua emancipazione. Le rigide norme delle Accademie Artistiche, che vietavano l’ingresso alla donna, portarono Gabriele a frequentare dei corsi di pittura presso la Damen Kunstschule (Scuola d’Arte per Signore) a Düsseldorf, una scuola di formazione professionale dove apprese i primi rudimenti della pittura. Insoddisfatta, però, dal tipo di formazione ricevuta, nel 1901, Gabriele si trasferì a Monaco di Baviera, per frequentare dei corsi alla Phalanx School, una scuola di pittura, annessa alla Falange, diretta da Wassily Kandinsky.
Qui ebbe inizio la tappa più importante del cammino di Gabriele, un cammino indipendente fondato sulla passione per l’arte e la stima per Kandinsky. I giorni felici e produttivi si inseguirono veloci fino al giorno in cui il rapporto discepola-insegnante si trasformò in un’intesa più profonda, che evidentemente Kandinsky non aveva trovato con la prima moglie. Sfidando i costumi e le maldicenze dell’epoca, Gabriele diventò la compagna ufficiale del pittore. Nel 1904 la coppia, spinta dalla voglia di nuova conoscenza, iniziò a viaggiare: un viaggio all’insegna di scoperte, scambi umani e culturali in Europa e nell’Africa del Nord. Le esperienze raccolte e gli incontri con personaggi come Rousseau e Matisse servirono da guida alle successive ricerche artistiche della coppia, che, nel 1909, fondò la N.K.V.M (Nuova Associazione Degli Artisti di Monaco), da cui prese vita, nel 1911, il Blaue Reiter).
Con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, la coppia si rifugiò in Svizzera, ma a causa della sua cittadinanza Kandinsky fu costretto a far ritorno in Russia. Da allora Gabriele e Kandinsky non si incontrarono più. I due rimasero in contatto tramite corrispondenza per un anno, ma nel dicembre del 1915 Kandinsky chiuse definitivamente il suo rapporto con Gabriele, per iniziare una nuova relazione sentimentale con Nina Andreevsky. Gabriele visse la notizia con un dolore che la rese incapace di dipingere per un lungo periodo. Negli anni che seguirono la pittrice affrontò con coraggio due guerre, l’inflazione e il Nazismo. Alla vigilia della sua morte vide anche attribuirsi quel giusto riconoscimento da parte della critica che fino ad allora la cultura ufficiale non le aveva mai dato.
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Note biografiche:
Francesca Londino è Art critic/independent curator.
Dice di lei: “Le esperienze lavorative maturate nel mondo dell’arte, conseguenza naturale di una grande passione, hanno sviluppato in me sensibilità e adeguate cognizioni ma il mio modo di interpretare i linguaggi delle arti visive è stato arricchito soprattutto dal confronto con gli artisti. Mi piace molto scrivere. La scrittura mi aiuta ad entrare in connessione con l’opera e ad esplorarne le verità, spesso inarrivabili”
Calabrese d’origine, vive alternativamente tra Cosenza e Roma spostandosi ovunque la portino i progetti lavorativi. Ha compiuto i suoi studi al Dams – Arte, tra le università di Cosenza e Bologna. La sua attenzione è rivolta soprattutto alla cultura artistica femminile e alle ricerche artistiche contemporanee che indagano il corpo, l’identità, le relazioni tra arte e società contemporanea. Come curatrice indipendente ha collaborato con gallerie private, situazioni no-profit e istituzioni pubbliche italiane e straniere. Tra i suoi progetti più recenti la rassegna di arti visive “Sguardi Multipli”, promossa dalla Regione Calabria. Ha pubblicato numerosi saggi su libri, cataloghi di mostre e riviste d’arte. Parallelamente lavora come art director. Sviluppa progetti culturali/editoriali per la realizzazione di volumi e pubblicazioni. Svolge attività professionale in associazione con Ferrari Editore a Rossano. Esperta di Doll Art per passione, svolge expertise e consulenze su bambole vintage e antiche.”
*Immagini da Wikipedia