Gacy – il clown killer

Creato il 21 luglio 2010 da Soloparolesparse

La storia (che è storia vera) di John Wayne Gacy è inquietante e incomprensibile.
Un uomo all’apparenza normale, impegnato nel sociale e famoso come clown per un ospedale per bambini venne riconosciuto colpevole di 33 omicidi.
Vittime per lo più giovani ragazzi i cui corpi vennero ritrovati sotto la casa di Gacy e nel fiume lì vicino.

L’accoppiata col clown (ed il gran numero di quadri di pagliacci trovati in casa sua) diedero il via al mito del pagliaccio cattivo, del clown killer.

Nonostante un materiale notevole come quello fornito da questa storia, Gacy, film di Clive Saunders, delude sotto parecchi punti di vista.

La trama racconta la storia cui ho accennato sopra.
John Wayne Gacy è un padre di famiglia che nel tempo libero si diverte ad adescare giovani ragazzi per violentarli e poi ucciderli.
Non usa particolari accorgimenti per non farsi beccare, nasconde i cadaveri nelle fondamenta della sua casa, da dove costantemente arriva una puzza nauseabonda ed una quantità industriale di vermi e blatte varie.

La vicenda narrata è confusa, se lo spettatore non ha ben chiara in mente la storia che sta guardando rischia di non capirci un granchè.
Non è un horror, non è un thriller, non è un dramma psicologico, non è nulla da ricordare.

Mark Holton fa il suo (ed è preoccupantemente somigliante al Gacy originale) ma intorno a lui c’è il vuoto.
Non si capisce l’evoluzione dei delitti, si fa fatica a dare una cronologia agli eventi che sembrano mischiarsi.
Il tempo scorre indifferentemente di pochi minuti o di diversi mesi (anni?) senza che lo spettatore riesca a rendersene conto.

Non riesco nemmeno a trovare un’analisi della psicologia dei personaggi.
Perchè Gacy si è trasformato in un mostro? (Non può certo bastare la ridicola introduzione con i rimproveri del padre).
Nemmeno tratteggiati i caratteri delle vittime, che si susseguono e si confondono senza chiarezza.

Perfino la follia finale in cui ci vengono finalmente mostrati alcuni degli omicidi (di cui fino a quel momento avevamo solo potuto intuire il compimento) è confusa, confondente, per nulla esplicativa.

Di buono in questo film riesco a trovare solo la bella serie di quadri di pagliacci tristi che ci vengono continuamente mostrati e le apparizioni sorprendenti sulla porta di casa dello stesso Gacy (che una volta appare tutto bardato da una tutta protettiva ed un’altra nella sua sfavillante divisa da clown).

Mi fermo qui?
Si, va… mi fermo qui.


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