N: “Ciao nanetta, come stai? Ti sei divertita oggi con la mamma e con la nonna?”
G: “Volevo raccontarti una cosa”.
Ecco, sapevo che c’era qualcosa.
N: “Certo dimmi pure”
G: “Oggi sono stata al mare, ero seduta sul telo che cercavo di capire se la sabbia mi piace oppure no. Son partita che ero convinta mi piacesse, è così divertente da tenere in mano, poi ho visto altri che facevano cose incredibili, ho visto persino un castello. Davvero, un castello vero”
N: “Ci credo, magari una volta che andiamo assieme facciamo anche noi un castello, che dici?”
G: “Perché no, se non ho altri giochi da fare, volentieri. Comunque ti dicevo che ero lì che volevo assaggiarla e la mamma mi diceva ‘non mangiarla che è cattiva, vedrai che non ti piace’. Io mi fido della mamma, sempre, però mi pareva impossibile che una cosa così divertente potesse essere cattiva”.
N: “Invece capirai quante volte accade che una cosa bella non è buona o se fa bene è cattiva. Ma poi cos’è successo?”.
G: “Ho preso per ben due volte la sabbia in mano per portarmela alla bocca ma, nonostante le facessi gli occhioni, la mamma non ci è mai cascata a mi toglieva la sabbia dalle mani. Non è come te che ti imbamboli, lei è più sveglia”.
N: “Grazie!”
G: “Comunque le ho provate tutte, ho pure pianto. Alla fine però si è distratta e mi sono messa in bocca un pugnetto di sabbia. Faceva schifo. Ed ero felice”.
N: “Non ti seguo, hai mangiato qualcosa di schifoso ed eri felice?”
G: “No, ero felice perché avevo torto”.
N: “Adesso capisco pure meno. Sei felice ad avere torto? Perché?”
G: “Per due motivi: il primo è che è bello scoprire che la mamma ha sempre ragione, mi pare che il mondo sia un posto migliore quando la mamma ha ragione; il secondo è che ho cambiato idea”.
N: “Scusa, non capisco il secondo”
G: “Cosa c’è di più bello di scoprire che si aveva un preconcetto e di avere l’occasione di ricredersi? Io non sapevo com’era la sabbia, avevo un preconcetto. Adesso lo so, posso dire a tutti com’è e raccontare che prima ero diffidente. Ho cambiato opinione rimediando ad un errore. Adesso so una verità in più e questo mi fa felice, capisci? Potevo anche dar retta alla mamma ma ero così convinta che per cambiare idea dovevo provare.”
N: “Capisco, anche se non sono la mamma.”
G: “E non trovi che sia eccezionale poter cambiare un’opinione quando si scopre la vera verità?”
N: “Fammi una promessa, non cambiare mai”.
G: “Non te lo posso promettere, crescere vuol dire cambiare e non riesco ad immaginare nulla di più bello”.
N: “Sei super”
G: “Credo di essermi cagata addosso”.