Si è concluso domenica 27 settembre il fanmeet - organizzato da Zarata Events e tenutosi a Bilbao, in Spagna - dedicato all'attore americano Gale Harold, meglio conosciuto in Italia per aver interpretato magistralmente il lascivo e tormentato Brian Kinney nella serie TV Queer as Folk e la nuova fiamma di Susan Mayer in Desperate Housewives: una full immersion di due giorni in cui Harold ha risposto per ore, con garbo e professionalità, alle innumerevoli domande rivoltegli dai fan, non risparmiando aneddoti interessanti circa la sua esperienza sul set di Deadwood (dove veste i panni di Wyatt Earp) e la sua permanenza in Italia.
Perché proprio nel bel paese, in particolar modo a Roma, l'artista ha girato uno dei suoi ultimi lavori, lo Sci-Fi Andròn - The Black Labyrinth, guidato dal regista Francesco Cinquemani.
Il film, che dovrebbe arrivare nelle sale il prossimo anno e si avvale di effetti speciali mai utilizzati prima in Italia, ha per protagonisti un gruppo di sconosciuti che si ritrova intrappolato all'interno di un labirinto e, per aver salva la vita, dovrà affrontare un viaggio ricco di pericoli e codici da decifrare. "È ancora in fase di editing. Gli autori sono stati molto ambiziosi. Si tratta di un prodotto di fantascienza, un lavoro profondamente psicologico e stanno cercando di capire come farlo funzionare. Non sono cose semplici da realizzare. Niente affatto", ha precisato l'attore.
Andròn è prodotto da AMBI Pictures, società fondata da Andrea Iervolino e Monika Bacardi. L'opera non ha fatto ricorso a quei finanziamenti pubblici con cui il nostro Paese supporta ogni anno le opere di interesse culturale ritenute meritevoli di poter vedere la luce nelle sale cinematografiche. Tuttavia, questi contributi statali vengono elargiti assai raramente a registi emergenti e il più delle volte non fanno che incrementare il già consistente budget di autori noti (e vincenti al botteghino) come Ermanno Olmi, i fratelli Taviani o Ferzan Ozpetek, con il risultato che anche in Italia negli ultimi anni sta ormai prendendo sempre più piede il fenomeno degli independent movies, ovvero le pellicole prodotte da privati (spesso lo stesso regista o gli attori che ne prendono parte).
Il rischio in quest'ultimo caso è quello di investire tempo e denaro in produzioni che non verranno mai portate a termine, ed è Mr. Harold in persona a spiegarci che "girare un film è difficile, molto difficile. Lo è per svariate ragioni, molte opere finiscono col non possedere più ciò che occorre per venir ultimate. Vi sono decisioni su cui non hai voce in capitolo, scelte che non puoi controllare. Si fa di tutto per finire il film, per distribuirlo in anticipo, ma a un certo punto bisogna valutare realisticamente le proprie risorse e decidere se portarlo avanti o accantonarlo e magari tornarci in un secondo momento".
Negli Stati Uniti, a differenza dell'Italia, non esistono fondi pubblici destinati alle produzioni cinematografiche, e il nostro, secondo Gale, "è un vecchio modello. C'è quello da studio e quello tradizionale. Gli U.S.A. non hanno alcun interesse a produrre arte. Non la supportiamo con le nostre tasse, non possediamo alcuna devozione innata per questa forma espressiva. Da noi se sei un regista devi avere un contratto con una casa cinematografica, o essere completamente indipendente, ma in quest'ultimo caso il tuo supporto deve interamente provenire da finanziamenti privati. E le somme investite possono sparire improvvisamente: fai tutto quello che è in tuo potere per ultimare un film, ma le tue risorse possono venir meno per qualsivoglia motivo, perché non sei l'unica persona a voler girare un'opera cinematografica. Se sei persone cercano di portare a termine un film, cinque potrebbero perdere tutto e solo una potrebbe farcela. Questo è il motivo per cui vedere un bel film raggiungere lo schermo è davvero stimolante. Devi essere in grado di sopportare stoicamente, si tratta della tua arte, della tua vita, del tuo mondo, ma il sole tornerà a sorgere l'indomani".
Investire il proprio tempo facendo ciò che più si ama, ovvero recitare un ruolo, è il sogno di ogni attore, ma come ci si sente nel constatare che uno dei progetti a cui si è preso parte viene d'improvviso cancellato? "È come giocare a poker, puoi bluffare quanto vuoi ma qualcuno potrebbe avere una mano migliore della tua e prelevarti tutte le chip. Se te la prendi e ne fai un'ossessione smetti di vivere. Io vengo pagato per il lavoro che svolgo quel determinato giorno, se ti approcci alla questione da qualunque altra prospettiva soccomberai alla psicosi".
Tra le numerose conferenze offerte quest'anno da Zarata Events, figurava anche uno "special panel", una sessione particolare in cui alcuni oggetti, gentilmente donati dall'attore e autografati personalmente all'evento, sono andati all'asta, asta il cui ricavato è stato poi devoluto a favore della Spanish Association Against Cancer.
Tra i progetti futuri, già avviati o soltanto in cantiere, in cui si spera lo si possa vedere presto impegnato, Gale ha citato alcuni cortometraggi e Adoptable, la web series scritta dall'amico e collega Scott Lowell: "Si farà. Parteciperà anche Sharon Gless e sarà uno spasso!".
Più di una domanda, infine, è stata dedicata a The Lock, un lavoro ancora in fase embrionale ("Abbiamo dovuto ripensarlo dopo che l'idea su cui poggiava era stata utilizzata in un altro progetto e siamo così ripartiti rielaborando il tutto".) che vede la collaborazione tra Gale Harold, in qualità di ideatore del soggetto e di attore protagonista, e Shirley Petchprapa, regista e sua cara amica.