GALLERIA DEGLI UFFIZI Firenze: L’ALCHIMIA E LE ARTI

Creato il 14 dicembre 2012 da Milanoartexpo @MilanoArteExpo

Jacopo Ligozzi, Allegoria della fortuna, Olio su tela, 46 x 27, Firenze, Galleria degli Uffizi, Foto Francesco Del Vecchio

Galleria degli Uffizi, Firenze – L’ALCHIMIA E LE ARTI. Dal 16 dicembre 2012 al 3 febbraio 2013 in mostra ARTI ED ALCHIMIA. La Fonderia degli Uffizi da Laboratorio a stanza delle meraviglie, che permette un’analisi – attraverso sessanta opere (dipinti, sculture, incisioni, codici manoscritti, antichi rimedi farmaceutici e testi a stampa illustrati) – di alcuni aspetti della passione dei sovrani medicei per l’alchimia tra Cinque e Seicento. L’esposizione è ideata dalla Galleria degli Uffizi, organizzata dall’Associazione Amici degli Uffizi e curata da Valentina Conticelli. L’ALCHIMIA E LE ARTI è parte del ciclo I MAI VISTI, che ogni anno presenta aspetti della collezione del museo fiorentino poco noti al grande pubblico. Secondo Cristina Acidini, Soprintendente per il Polo Museale Fiorentino “questa mostra all’incrocio fra arte e scienza, magia e tecnologia, evoca un elegante fantasma mediceo, quello della Fonderia”. Ufficio Stampa CLP Relazioni Pubbliche.

Fu Cosimo I a stabilire la prima fonderia in Palazzo Vecchio e dei suoi interessi per l’alchimia resta una vivida testimonianza in alcuni manoscritti redatti da personaggi della sua corte. Con suo figlio Francesco I, il laboratorio fu trasferito nel Casino di San Marco, dove artisti, artigiani, distillatori e alchimisti poterono sperimentare, oltre a segreti farmaceutici, anche ricette per la porcellana, per la fusione del cristallo di rocca, per la lavorazione del vetro, della maiolica e del porfido.

In seguito, a partire dal 1586 e per circa duecento anni, l’officina di distillazione di medicinali ebbe sede agli Uffizi nei pressi dell’attuale stanza dove per decenni è stato esposto il Tondo Doni. Come commenta Antonio Natali, Direttore degli Uffizi, “quando agli Uffizi s’entra nel giro di sale che vanno da Michelangelo a Tiziano, da Veronese ai lombardi del Cinquecento, nessuno pensa mai che in queste stanze medesime s’esercitava in antico l’alchimia, si studiavano con piglio da maghi i fenomeni naturali, ci s’inventavano farmaci che si gabellavano prodigiosi. Ecco, l’esposizione di questo Natale 2012 farà conoscere ai suoi visitatori aspetti e vicende degli Uffizi ai loro esordi, quando i dipinti, i marmi e tutto quanto v’era esibito, costituivano solo una faccia dei molteplici interessi intellettuali e culturali dei Medici”.

Farmacia portatile della fonderia medicea con il suo contenuto di ricette e medicamenti, Roma, Museo dell’Accademia Nazionale di Arte Sanitaria, Foto Baggieri-Boccassini

La fonderia fu trasferita in questi ambienti da Francesco I che nutriva per l’arte alchemica una forte passione attestata dal racconto stupito di prestigiosi visitatori e riflessa in alcuni dipinti del suo celeberrimo Studiolo di Palazzo Vecchio. In mostra s’incontreranno manoscritti alchemici legati a Cosimo e Francesco I, un ritratto di quest’ultimo eseguito in porcellana – secondo la ricetta elaborata nella sua fonderia – e, tra gli altri, un testo a stampa del medico Leonhard Thurneysser impreziosito da incisioni acquerellate. Thurneysser fu mago, astrologo e ciarlatano e condusse per il cardinale Ferdinando un celebre esperimento di trasmutazione di un chiodo di ferro di cavallo in oro, citato da tutti i visitatori stranieri della Galleria nei secoli successivi.

Anche nella decorazione a grottesca del corridoio di levante della Galleria degli Uffizi, eseguita da Antonio Tempesta e Alessandro Allori e bottega nel 1581, si trovano tracce di questi interessi. La volta numero tredici è infatti interamente dedicata alla distillazione e anticipa di qualche anno l’apertura della “fonderia nuova” degli Uffizi avvenuta nel 1586.

Pesce Palla, Firenze, Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze, Sezione di zoologia, Foto Saulo Bambi

Nel Seicento l’officina degli Uffizi era celeberrima per la sua produzione farmaceutica che continuò fino a oltre la metà del XVIII secolo: i suoi rimedi venivano donati dal granduca in preziosi cofanetti d’ebano ai nobili e ai sovrani di tutta Europa, del Medio Oriente e persino delle Americhe. A quell’epoca oltre ai grandi strumenti per la distillazione, a moltissimi rimedi e innumerevoli ampolle, un’importante raccolta di rarità naturali di origine animale e vegetale caratterizzava gli spazi della fonderia che era allestita come una vera e propria stanza delle meraviglie.

Vi si trovava anche un ambiente interamente dedicato ai pesci e alle “cose impietrite” (fossili e conchiglie), dove furono accolte diverse mummie egiziane – che pure servivano per la preparazione delle medicine – donate al granduca nel 1643.

In mostra sarà presente un raro cofanetto di rimedi della Fonderia degli Uffizi, conservato al Museo dell’Accademia di storia dell’arte sanitaria di Roma, un singolare codice plumbeo di alchimia dell’Archivio di Stato di Firenze, alcuni animali tassidermizzati provenienti dal Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze e il sarcofago di una delle mummie della Fonderia degli Uffizi riscoperto nei depositi del Museo Archeologico di Firenze.

Accompagna l’esposizione, un catalogo, edito da Sillabe, con contributi sull’argomento di Valentina Conticelli, Fausto Barbagli e Gaspare Baggieri.

Firenze, novembre 2012

Athanor in terra refrattaria ( frammento superiore) con alambicco, Roma, Museo dell’Accademia Nazionale di Arte Sanitaria, inv. 3846°, Foto Baggieri-Boccassini

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L’ALCHIMIA E LE ARTI. La Fonderia degli Uffizi: da laboratorio a stanza delle meraviglie

Firenze, Galleria degli Uffizi – Sala delle Reali Poste

16 dicembre 2012 – 3 febbraio 2013

Orari:  da martedì a domenica, ore 8,15-18,50.
Chiusura: tutti i lunedì, Natale, Capodanno.

Biglietto d’ingresso alla Galleria Uffizi:  intero: € 6,50 – ridotto € 3,25 (Ingresso dal cortile degli Uffizi)

Informazioni:    tel. (+39) 055 285610 – (+39) 055 2646456 info@amicidegliuffizi.it

Catalogo: Sillabe

Ufficio stampa

CLP Relazioni Pubbliche

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