Galles: nella terra del Dragone, terza puntata

Creato il 12 novembre 2015 da Giovy

Beddgelert - © Riccardo


Dopo l'isola di Anglesey e un meraviglioso pezzo di Snowdonia, la terza tappa del nostro viaggio in Galles ci ha portati ad Aberffraw. La scelta è stata dettata dal fatto che solo lì abbiamo trovato posto libero per dormire. Il paesino è molto piccolo anche se antico e fu la capitale del regno di Gwynedd in epoca medievale. Da quelle parti tutti parlano correntemente gallese e ne abbiamo avuto la prova quando, nel locale pub, si sono rivolti a noi in quella speciale e strana lingua. Da Aberffraw si può vedere il mare e il posto è a dir poco meraviglioso, unico neo per un circuito automobilistico, costruito lì vicino, che fa un rumore davvero fastidioso. 
Una volta abbandonata l'isola di Anglesey ci siamo spostati a Caernarfon, tenendo questo paesino come base per esplorare il resto della Snowdonia. Una strana città, sembra una vecchia star del cinema caduta in disgrazia.Noi abbiamo visto una bellezza d'insieme ma anche tanti palazzi abbandonati, poca gente in giro e qualcuno anche abbastanza colpito duro dalla vita.Qual è uno dei tanti motivi per raggiungere Caernarfon? il Black Boy Inn!
Posto iper-affascinante, pieno di storia e storie, in cui potrete mangiare piatti magnifici in porzioni generose e gustare birre con l'imbarazzo della scelta. In una delle due sale del pub c'era un signore solo, con la sua birra e il suo libro intento a leggere senza curarsi del rumore intorno a lui, accomodato sulla sedia più bella del pub: una specie di trono in legno intarsiato.
L'abbiamo trovato lì, nello stesso posto per tre sere di seguito. Dietro di noi una coppia di vecchietti si gustava la cena a lume di candela non rinunciando certo alla loro pinta di birra. 

© Riccardo

Caernarfon è un ottimo punto di partenza per muoversi nella zona, ci sono molti bus che partono da lì. Noi visitato Beddgelert (la tomba di Gelert), un paesino estremamente grazioso, con case in pietra, un ponte anch'esso in pietra e un parco in cui scoprire la tomba di Gelert. Per potervi raccontare di questo Gelert, è necessario fare un salto indietro fino al Medioevo per recuperare una leggenda un po' triste.
Il Principe Llewellyn, Signore del Galles, si allontanò lasciando il cane, Gelert per l'appunto, a guardia del figlio. Il Principe al suo ritorno trovò il cane con il muso sporco di sangue e nessuna traccia del figlio. Credendo che Gelert lo avesse sbranato lo uccise. Il terribile errore gli venne svelato poco dopo quando trovò il figlio sano e salvo e accanto a lui il corpo di un lupo dilaniato. Gelert aveva fedelmente difeso il bambino. Il Principe per il dolore non sorrise più per tutta la vita e fece erigere una tomba in ricordo del coraggioso cane.

© Riccardo

Il giorno dopo la visita di Beddgelert, complice una giornata meravigliosa, ci siamo armati di coraggio e abbiamo affrontato lo Snowdon, il monte che dà il nome al parco.Non è molto alto, sono 1085 metri, ma i sentieri sono difficili e duri. Inoltre non è mai da sottovalutare il tempo che può cambiare in modo repentino, fino a rendere impossibile la prosecuzione della salita. Un proverbio gallese recita “Facile dire -Quello è lo Snowdon- ma non è così facile scalarlo!”Noi avevamo deciso di prendere il Pyg Track, poi per un ritardo del bus ci siamo trovati a salire dal Llanberis Track, con un'escursione di 980 metri. C'è anche un treno che ti porta su alla vetta in modo comodo, ma ovviamente non abbiamo preso in considerazione l'idea, siamo dei duri noi. O almeno ci proviamo!
Nel percorso abbiamo incontrato, perso e poi re-incontrato molte persone, abbiamo parlato con una coppia di inglesi viaggiatori e delle loro disavventure nel profondo sud dell'Italia, abbiamo ammirato dei paesaggi strabilianti, letto spaventosi articoli sulla pericolosità del monte nel rifugio posto a metà percorso, visto da vicino dei magnifici corvi imperiali, ci siamo chiesti molte volte dove fosse la cima, ci siamo richiesti (poco convinti in realtà) perché non avessimo preso il comodo treno. La risposta è che l'arrivo, per quanto ci riguarda, è il cammino. Il percorso è già di per sé parte della destinazione finale, forse la più importante.
Questo vale in generale e vale ancora di più per lo Snowdon, infatti il cammino è più bello del raggiungere la cima perché da un silenzio e un panorama che fa prepotentemente da protagonista ci si ritrova nella folla appena scesa dal treno, ansiosa di fare la foto sulla vetta. 

© Riccardo

Dopo una pausa cibo e sidro e un maldestro tentativo di asciugatura delle magliette zuppe di sudore, abbiamo affrontato la discesa, non meno impegnativa della salita.
La sera eravamo con le gambe a pezzi ma eravamo soddisfatti per la nostra impresa, del resto avevamo scalato la montagna più alta del Galles!
Il racconto del nostro viaggio in Galles sta per concludersi... così ci riserverà l'ultima puntata?

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