Arrivati al programma "Vangelo vivo" che si tiene immancabilmente il sabato pomeriggio ho dovuto sorbirmi per una buona mezz'ora un pistolozzo mariano. Niente di male se non fosse che la lectio fosse stata preannunciata come natalizia e quindi rivolta alla figura di Gesù, il quale è apparso, tante sono state le lodi a Maria, come qualcosa di secondario nonostante sianoi giorni di Natale.
Detto così non rende bene l'idea. facciamo allora un esempio. Prendiamo il caso che abbiate notizia che una vostra amica ha partorito e andiate all'ospedale a trovarla. Appena giunti in camera cosa fareste se non salutarla velocemente e rivolgere tutta la vostra attenzione al neonato? Tutti, a tutte le latitudini fanno questo perchè è normale, logico direi poichè l'evento, la buona nuova è il bimbo non la madre. Invece, unico nel pianeta, Padre Livio dedicherebbe mezz'ora alla madre e farebbe un breve saluto al figlio. Cosa assai strana che non solo farebbe rimanere di stucco e trasecoli gli eventuali astanti, il personale medico, paramedico e uomini e donne delle pulizie, ma potrebbe far venre più di un dubbio al marito il quale avrebbe tutto il diritto d'insospetttirsi.
A tutto ciò si aggiunge l'aggravante che il piccolo non è uno qualsiasi, ma il figlio di Dio incarnato, cioè Dio a tutti gli effetti. Capite l'assurdo? Di fronte alla nascita nella carne di Dio, Padre Livio non ha adorato Lui, ma Maria, la creatura. Lo scopo non crediate che sia chissà quale, perchè tutto dipende dal fatto che al suo pubblico, in maggioranza galline, voglio dire donne, e qualche pollo, voglio dire uomo, piace sentirsi dire che Gesù è, ma Maria...insomma è di più. Le sue gallinelle sagaci sa come lisciarle per il verso giusto il caro Livio, il quale sembra che ultimamente si sia dato allo sport con una trovato geniale per spillar quattrini. Parlo della Mar(i)atona una tre giorni prenatalizia, quando cioè la gente mette ben volentieri mano al portafoglio, che i più furbi hanno dedicato alla posta e alla banca per dargli soldi. L'idea è veramente geniale, non c'è che dire, tanto di cappello, su quelle teste di gallina che l'hanno corsa.