Si tratta in particolare della chitina e del suo derivato chitosano, che oltre a rappresentare le principali componenti dell’esoscheletro di insetti e crostacei, possono venire utilizzati per la realizzazione di punti quantici, nanostrutture impiegate per la produzione a basso costo di celle fotovoltaiche
Nonostante le prime applicazioni in questo settore non siano andate a buon fine, gli scienziati si sono detti ottimisti circa la possibilità di aumentare le prestazioni del materiale.
”Tali materiali sostenibili – aggiunge la professoressa Magdalena Titirici – possono essere sia hi-tech sia low cost. Ad esempio abbiamo già usato biomassa, in particolare alghe, per realizzare alcuni tipi di supercondensatori usati in dispositivi elettronici e defibrillatori”.
[foto da wikipedia.it]