E animare la discussione telefilmica.
Perché oggi parliamo di Game of Stronz; e di Vikings; e di Gomorra (ahahahah!); e di True Detective.
Contenti?
L’anno scorso vi parlavo, QUI, della prima stagione di Vikings. Un telefilm solidissimo, sia dal punto di vista del background storico (d’altronde è roba fatta in casa History Channel, come poteva essere altrimenti?), sia dal punto di vista narrativo. Seguire la storia di Ragnar Lodbrock, in un crescendo di potere, sangue e rituali vichinghi non ha prezzo.
La prima stagione era epica.
E la seconda…beh, la seconda è ancora più epica.
Se la prima stagione era molto Ragnarcentrica, la seconda si sofferma un po’ di più sui personaggi “secondari”. Ragnar giganteggia, ma tutti i comprimari non sono mai da meno.
A partire da Lagherta, la più bella donna con le palle mai vista sul piccolo schermo, passando per il “piccolo” (virgolette d’obbligo) Bjorg “Fiancodiferro”, fino ad arrivare a tutti i coprotagonisti (Re Ecbert su tutti).
Ci sono dei risvolti che ho molto apprezzato (soprattutto l’importanza dei “custodi della conoscenza”), e se la prima stagione era notevole per la presenza di alcune battaglie veramente ben realizzate, la seconda è addirittura superiore, sotto questo aspetto.
Si aspetta con ansia la terza stagione…Tra l’altro, personalmente, spero di vedere un bello spin off su Bjorg (o che la serie prosegua con lui “quando sarà”; anche quest’anno mi sono spoilerato “la storia vera”, quindi vedere Bjorg all’opera darebbe il triplo delle soddisfazioni che ci sta dando ora Ragnar).
Quando ho scritto QUESTO POST, dopo aver visto solamente le prime due puntate, pensavo che Gomorra sarebbe stata una grandissima serie, al pari di Romanzo Criminale.
Ma sbagliavo: è almeno tre spanne sopra la precedente serie di Sollima, ed è sicuramente la miglior “fiction” realizzata ad oggi in Italia.
Tanto eccelsa da poter rivaleggiare con serial americani, tanto grandiosa che Variety (la più importante rivista a tema del mondo) ha scritto che il livello è quello di The Wire. E The Wire è una delle serie tv più grandiose degli ultimi dieci/quindici anni.
Gomorra risplende su due piani: quello del puro intrattenimento, e quello della denuncia pura.Funziona infatti su entrambi i versanti: è solidissima “gangster fiction”, con personaggi catalizzanti che perseguono il male senza mai poter essere giustificati (né tantomeno ammirati e/o emulati), e racconta, esattamente, la cruda verità. Benchè sia fiction, ogni puntata mostra come girano gli ingranaggi del sistema camorristico: dalle gare di appalti truccate, alle elezioni manipolate; dagli investimenti in beni in Italia e all’estero, al mercato della droga. Fino ad arrivare ai più truci regolamenti di conti.
Guardare Gomorra significa soprattutto prendere coscienza che “Il Sistema” non è mero folklore costituito da 4 guappi che si scannano nei vicoli: significa prendere coscienza che è dappertutto, e soprattutto là dove non ci si aspetterebbe mai di trovarlo.
Provare per credere.
Debolissima, come stagione. Sarà pure che si vedeva fosse il proseguimento dell’annata precedente, ma tolte le morti (che fanno le loro porche figure), questa stagione di Game of Stronz rispecchia fedelmente l’andazzo dei libri di Martin (ma ve l’ho raccontato che l’abbiamo incrociato al St. James Park, e ha fatto finta di non essere lui – probabilmente, anzi, sicuramente, - per non essere disturbato? No? Ok, ve lo racconto la prossima volta). Libri che ancora ancora sono eccellenti fino al terzo, ma che dal quarto allungano troppo la minestra.
L’impressione che ho avuto io è che alcune puntate fossero meri riempitivi, giusto per allungare il brodo.
Per non parlare della nona puntata, quella della battaglia del Castello Nero; talmente brutta e mal realizzata da sembrare una puntata di Hercules o Xena di metà anni ‘90.
Nonostante tutte queste pecche, però, ho gradito la stagione nell’insieme. Anche perché Game of Stronz è Game of Stronz, ed è appuntamento fisso irrinunciabile…
Ne hanno parlato tutti come un capolavorò irraggiungibile.
Personalmente l’ho trovata una detective story piuttosto banale, con un plot sì solido, ma a tratti raffazzonato.
Tralasciando le prove attoriali monumentali di McConaughey e Harrelson, tralasciando la regia splendidamente cinematografica di Fukunaga, True Detective è un telefilm sopravvalutatissimo.
Da un certo punto in poi mi è sembrato che Pizzolatto non sapesse più che pesci prendere con la trama. Capisci tipo alla terza puntata che il “cuore” del tutto, la tematica del telefilm è “l’eterno ritorno”, ma quando infarcisci un prodotto potenzialmente buono con paroloni a caso, metafilosofia, nichilismo, cazzi e mazzi…il risultato (cioè, il mandare in vacca il tutto) è dietro l’angolo.
Il finale è pessimo, un WTF? enorme quanto una cattedrale (mi riferisco soprattutto a quello che McConaughey vede nella tana dell’assassino). Per non parlare del come finisce…completamente irrazionale, illogico e irrealistico.
Ma anche qui: nel complesso il telefilm non m’è dispiaciuto, solo che ho inarcato il sopracciglio più di una volta. Ma dico io: Pizzolatto, non facevi prima a fare una trasposizione del “Re in Giallo”, e ti cavavi d’impaccio?
Chissà.
E voi?
Le avete viste ‘ste serie tv? Che ne pensate?