A nord, oltre la Barriera, i Guardiani della Notte battono in ritirata dopo essere stati decimati dall’esercito dei Polaretti, mentre Jon Snow è costretto a fare la figura dello scemo per non andare alla guerra(!), salvo ritrovarcisi nel mezzo a causa dei Bruti di Mance Rayder.
Grande Inverno non esiste più, Bran, Rickon (come “chicazzoèRickon?”) e i loro compari decidono di fare birdwatching andando a nord, mentre Arya gioca a fare Robin Hood nella foresta di Sherwood, Sansa si trasforma in Biancaneve*, e Robb Stark si prepara per il ciack di “Quattro matrimoni e un funerale” versione HBO.
I Lannister, nel frattempo, pagano tutti i loro debiti, Stannis Baratheon fa il piagnone alla Roccia del Drago, e Danerys, come da manuale in un videogame dei Pokemon, sfida i capopalestra delle varie città in cui si imbatte sfoggiando i suoi tre
Quando nel 2010 si ebbe la certezza assoluto che “Le cronache del ghiaccio e del fuoco” sarebbe diventato un serial televisivo grazie ad HBO, la prima cosa che pensai fu: “Ah, non vedo l’ora di vedere le Nozze Rosse”.
Posso dire, arrivato alla veneranda età di 28 anni, di aver letto parecchio in vita mia. Non riesco a contare i libri e i fumetti che ho divorato. Il colpo di scena è sempre uno dei momenti più esaltanti e shockanti di una lettura.
E un colpo di scena come quello delle Nozze Rosse è di quelli che ti lasciano basiti.
Ricordo che quando lessi quel capitolo incentrato su mamma Stark dove venivano trucidati tutti, rimasi una decina di minuti buoni con il volume aperto, gli occhi sgranati e la bocca spalancata.
Certo, dalla morte di Ned Stark (e non solo) ero sempre sul “chivalà”.
Ma ammetto che una carneficina come quella delle Nozze Rosse non me l’aspettavo mica.
Come non se l’aspettavano gli spettatori neofiti, che per chissà quale grazia divina non sapevano a cosa stavano per andare incontro.
Ma sto divagando.
Come ho ribadito anche l’anno scorso e due anni fa, la HBO ci regala (come al solito) un telefilm qualitativamente superbo. Regia, scenografia, fotografia e performance degli attori sono veramente ai massimi livelli. Gli unici difetti sono (al solito) la mancanza totale dei metalupi e il numero esiguo di comparse (gli eserciti sono sempre formati dai soliti 4 stronzi che fanno il giro in circolo come Totò e Peppino che cercano di gabbare Titina De Filippo girando numerose volte attorno ad un'albero per far finta di essere in tanti).
Ma non importa.
Game of Thrones è potentissimo lo stesso.
Soprattutto perché NON È il romanzo.
Questa terza stagione è stata bersaglio di critiche e polemiche non solo dei puristi amanti dell’opera di Martin, ma anche di una larga fetta di telespettatori che non hanno gradito il formato “spezzatino” degli episodi.
I puristi si sono lanciati nell’annosa guerra santa del “non è come nel libro, perché nel libro succede questo, quello e quell’altro, e snaturano tutto, e gnègnè, e la moglie di Robb Stark non c’era, e Walder Frey non è così, e gli Stark di là, e questo succede qua, perché altrimenti quest’altro non può succedere là…”
I telespettatori lagnosi…beh, quelli si lagnano sempre a prescindere e basta. Se dalla tv (o dal pc) si materializzasse qualcuno e gli regalasse 10 euro, si lamenterebbero del fatto che “era meglio se me ne dava 15”.
Quando i puristi arriveranno a capire che il media televisivo è diverso rispetto al media letterario non sarà mai troppo tardi. È impossibile anche fare un paragone tra le due modalità narrative, dato che le regole sono molto differenti tra loro. È come voler comparare un gelato al cioccolato e uno snack al cioccolato: i gusti possono essere simili, dato che sanno di cioccolato, ma la lavorazione, il risultato e la sostanza sono diversissimi.
Ecco perché quando vedo il telefilm non penso mai ai libri.
Per quanto riguarda le puntate “spezzatino”, c’è da dire che bisogna abituarsi, perché più andremo avanti, più lo spezzatino sarà spezzettato, vista l’entrata in scena di nuovi e altri personaggi. I punti di vista aumenteranno, e di conseguenza aumenteranno le scene “sparpagliate”. Insomma, se questa scelta narrativa non vi piace, armatevi di santa pazienza, perché d’ora in avanti sarà ancora “peggio”.
Questa terza stagione di Game of Thrones (o come l’ho ribattezzato io, Game of Stronz) sarà ricordata quasi esclusivamente per il nono episodio delle Nozze Rosse.
Che i puristi odiano perché i personaggi sono stati – a loro dire – stravolti rispetto alle loro controparti cartacee. Volendo dargli ragione, io direi lo stesso “Sticazzi”.
Le “nuove” Nozze Rosse varrebbe anche solo per le coltellate nella panza della moglie di Robb Stark.
Tocca aspettare un altro anno per vedere altre morti infami ed eccellenti (e ce ne saranno: oh, se ce ne saranno!).
Non vedo l’ora…
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*Chi la capisce ha un degrado mentale pari al mio.