Game of Thrones 3x01 - Valar Dohaeris

Creato il 04 aprile 2013 da Nadiahoneyrider @river_inthesky

Carissimi lettori (immaginari), è mercoledì, il sole splende nel mio angolino sperduto di Sicilia e il weekend è finito da un po’. Il Dottore è tornato in tutto il suo splendore e finalmente anche i nostri amati Leoni, Draghi, Metalupi, Cervi, Bradipi e chi più ne ha più ne metta, sono approdati sui nostri schermi per la tanto attesa terza stagione. Inutile stare a dirvi che entrambe le serie rientrano nella mia top 10. Inutile anche stare a dirvi che le amo talmente tanto da possedere tutti i cofanetti del Doctor e svariate copie del TARDIS, i dvd della prima stagione di GoT, con tanto di mappa di Westeros e calamite d’ogni casata. 

Superfluo, a questo punto, aggiungere che ho letto tutti i libri della saga di George R.R. Martin, e che preparo ormai da tempo un piano d’azione con minacce nemmeno tanto velate per costringere il Ciccio Panzone a smuovere le imponenti chiappozze e andare avanti con The Winds of WinterDopo questa serie di informazioni di cui fondamentalmente non interessa un ciufolo a nessuno di voi (lettori immaginari), possiamo procedere con i discorsi non tanto seri cercando di mantenerci SPOILER FREE RISPETTO AI LIBRI

SI PARTE...
Prima di parlare dell’episodio vorrei fare alcuni commenti generici. Tenterò di essere breve ma non vi prometto nulla... Non condivido il parere di alcune persone per cui la serie sarebbe diventata “inguardabile, noiosa e dimenticabile”, adducendo come motivazione il fatto che “X minuti a storyline per ventordicimila personaggi” risultino inevitabilmente in “un’eterna preparazione, un coito interrotto privo di climax e di sviluppo all’interno del singolo episodio”. La critica alla multilinearità e alla policentricità di GoT (così come di Asoiaf) è una critica che non riesco personalmente a concepire. E’ come se la gente, invece di guardare e godersi l’episodio, si concentrasse di più sull’orologio per cronometrare quanti minuti sta un tizio sullo schermo piuttosto che un altro. Roba che nemmeno la par condicio in campagna elettorale. Sottolineo poi che proprio la costruzione, o meglio, la decostruzione dell’universo narrativo e narratologico in numerosissimi nuclei parziali di racconto è la marca distintiva che fa di questa saga, e di questa serie, un capolavoro unico, originale ed irripetibile. Asoiaf e GoT sono per natura stessa un’opera decentrata e dispersiva e che fa leva su questo particolare meccanismo di incastri poliprospettici, ma al tempo stesso multilineari e collocati sullo stesso piano temporale, per sorprendere e accattivarsi il favore del lettore o dello spettatore. Il lettore/spettatore stesso, sotto questo punto di vista, assume qui un ruolo che per una volta non è quello della totale passività di fronte al racconto. “Costretto”, se vogliamo, a mantenere viva la propria attenzione, egli deve riuscire a trovare gli input connettivi del romanzo e della serie non solo nella fabula e nel semplice svolgimento degli eventi, quanto piuttosto nella ricchezza delle tematiche del potere e del conflitto, sia esso religioso, politico, culturale, di genere o quant’altro. A questo punto entra in gioco un'ulteriore riflessione.  Game of Thrones si differenzia radicalmente dalla maggior parte degli altri prodotti televisivi per svariati motivi. Probabilmente uno degli elementi più destabilizzanti per lo spettatore medio, oltre al fatto che la serie sia indirizzata verso un’ipotetica fruizione di tipo cumulativo, è l’impossibilità di concentrare la propria attenzione su di un “eroe-protagonista” o su un’unica storia definita. Qui sono tutti eroi e protagonisti, tutti re e regine, chi col drago, chi con la vipera e chi con il metalupo, e per quanto si possa amare un particolare personaggio o preferire una casata ad un’altra, è nella visione d’insieme che GoT vince la sfida ed è innegabile che ogni personaggio, ogni storia e ogni luogo di questo immenso universo narrativo abbia un valore importantissimo e una dignità autonoma senza tuttavia prevalere mai sugli altri.  E ancora una volta lo spettatore è costretto a fare i conti con l’impossibilità di una visione passiva: i 50 minuti scorrono via in un lampo ma nel frattempo hai dovuto ricollegare mentalmente una decina di storylines, analizzare i punti tematici e trascendere la singola scena per capirne il contenuto sovrastrutturale. Che non è importante solo che Margaery Tyrell vada a trovare gli orfanelli del Fondo delle Pulci. E’ importante anche che Margaery Tyrell lo faccia per una sorta di propaganda politica che le garantisca il favore del popolino. Ed è anche importante che lo faccia nel tentativo di divenire “la futura regina, giovane e amata dal popolo” in aperto contrasto con Cersei e il resto della casata dalla chioma dorata. Chiariamoci: TUTTE QUESTE COSE POSSONO ANCHE NON PIACERE, non sono valori assoluti o necessariamente indicatori di qualità o bellezza. Semplicemente però queste sono le caratteristiche INTRINSECHE E FONDAMENTALI di Asoiaf e GoT: se non vi piacciono non capisco perché diavolo state ancora vedendo e/o leggendo sta roba. (Dicono che l’hate-watching sia una pratica sempre più diffusa ;-P) PASSIAMO ALL’EPISODIO... FINALMENTE! Cercando ora di tralasciare i commenti e le riflessioni di cui sopra prima che la bile mi risalga susu fino all’esofago, andiamo a vedere cosa mi ha fatto saltellare di gioia e cosa mi ha fatto sbattere la testa al muro della season première Valar Dohaeris. L’episodio in se mi è piaciuto, ma parliamone... mi ha lasciato leggermente perplessa. Mi aspettavo, e quindi in qualche modo ho capito, la necessità di uno spiegone generale che riassumesse le fila di questa ricchissima epopea che è GoT.  La cosa dello spiegone non mi avrebbe dato neanche tanto fastidio se non fosse che, a parte le storyline di Gionsnò, Dany e Davos che sono andate avanti di un mezzo centimetro, gli altri personaggi sono pressoché fermi nello stesso identico punto in cui si trovavano la scorsa stagione. Già il materiale di partenza è TAAAANTO, se poi ci fermiamo ogni due secondi a fare il punto della situazione, con un punto della situazione che dura tipo 40 minuti a puntata, ci vorranno tipo 64 stagioni per completare la serie. E’ pur vero che Georgino non ha fretta, ma io si, quindi forza e coraggio e diamoce na mossa!!!  Scorriamo e commentiamo i singoli momenti velocemente: [WARNING: SPOILER DALL’EPISODIO] [WARNING 2.0: SPOILER DA A STORM OF SWORDS IN GRIGETTOOOO] Cold Opening e Night’s Watch - NO DICO, MA SCHERZIAMO? Ci sono rimasta da schifo! Mi chiudete la scorsa stagione con la grandiosità assoluta dei White Walkers in carne e ossa (più o meno) e ora mi aprite la stagione con un fondale nero e quattro urla, un tizio decapitato e un unico, solo e disgraziato non-morto (wight) che crepa in 3 secondi contati con una torcia del cavolo? NON CI SIAMO. [MINI-SPOILER DA ASOS: ma porca pupazza imbambolata... cioè siamo sul Pugno degli Uomini, in un inferno di ghiaccio, e me lo trattano così... io capisco che il budget non è infinito però... NON CI SIAMO PROPRIO.]

Jon Snow - Vi dirò che per una volta Gionsnò non mi è dispiaciuto affatto. Kit Harington l’ho trovato molto meno cane del solito e Ciarán Hinds un perfetto Mance Rayder. Menzione speciale a Tormund Giantsbane (Tormund Veleno dei Giganti) che mi pare uscito da Lo Hobbit ma già lo adoro! [MINI-SPOILER DA ASOS: lo so che qui ci sarebbe un mondo da dire. L’incontro con Mance nell’episodio è stato carino ma niente di ché, nel libro è una cosa meravigliosa. Peccato soprattutto per l’assenza del racconto di Mance sul Red Cloak: speriamo lo recuperino magari nei prossimi episodi, io non perdo la speranza!  PS: Io comunque Mance me l’ero immaginato diverso, non dico stile Orlando Bloom con il liuto come sostengono alcuni ma comunque diverso. Devo ammettere che in ogni caso Ciarán Hinds a vederlo adesso mi sembra perfetto. Meno male che non li faccio io i casting!]

Daenerys Targaryen - qui va tutto benissimo. Finalmente ci siamo sbloccati dall’impasse della seconda stagione e usciamo dal circolo vizioso del “I am Daenerys Stormborn of House Targaryen, the Unburnt, Mother of Dragons, khaleesi to Drogo’s riders, and queen of the Seven Kingdoms of Westeros” che non se ne poteva più.  Adesso approdiamo dalle arpie ghiscariane e i buoni padroni di Astapor passando per una maestosa entrata in scena dei Draghi. Drogon che vola verso la nave, poi s’immerge per pescare la sua preda e infine si fa accarezzare da Dany è veramente magnifico, la storyline di Astapor e la schiavitù secondo me è pure interessante e c’è anche il bonus Ser Barristan Selmy. PROMETTE MOLTO BENE. Altri punti bonus per gli outfit sempre stupendi della khaleesi. [MINI-SPOILER DA ASOS: consapevole che sarebbe stato impossibile mantenere segreta l’identità del cavaliere agli spettatori. Unico appunto, spero che recuperino la bellissima frase sui Targaryen pronunciata da Barristan il Valoroso: “Madness and greatness were two sides of the same coin and every time a new Targaryen was born, the gods would toss the coin in the air and the world would hold its breath to see how it would land.”]


Sansa Stark - Sansa mi perplime. Sophie Turner è troppo bella per essere vera e m’incanto a guardarla sullo schermo ma questo intermezzo avrebbero potuto tranquillamente eliminarlo. Sansa sogna di andare via guardando le navi, Sansa sogna di andare via mentre parla con Littlefinger, Sansa sogna di andare via dando le spalle alle due baldracche che farfugliano dietro di lei... Io sogno di passare avanti. Davos e Stannis - Ahi ahi, che dire? Qui la storia va un pelino avanti: scopriamo che Davos è vivo, rivediamo Salladhor Saan e ascoltiamo storie sulla follia di Stannis e Melisandre, ritorniamo a Dragonstone, vediamo di persona la follia di Stannis e Melisandre... Se vogliamo tralasciare il fatto importantissimo che in questo episodio Stannis è praticamente di una figaggine infinita (Team Gerontofilia eccomi qui), di serio non saprei che dirvi, probabilmente sono troppo influenzata dai libri in questo caso. La materia prima qui c’è ed è tanta, nei libri, peccato che sullo schermo non renda per un accidente. PECCATO. Che R'hllor mostri loro la Luce. CAUSE THE NIGHT IS DARK AND FULL OF TERRORS.

House Lannister - la casata dalla chioma dorata è al massimo del suo splendore. Gli autori adorano Tyrion e lo dimostrano ad ogni riga di dialogo, sempre perfetta. Peter Dinklage è oramai in una condizione di mimesi straordinaria con Tyrion ed interpreta il suo stato di decadenza fisica, sociale e interiore in modo impeccabile. Una Cersei stupenda, un Tywin Lannister che torna al suo stato di padre gelido ed autocrate e le interpretazioni migliori dell'episodio.

Robb Stark - IMBARAZZANTE. Minutaggio ridicolo, non s’è capito dov’erano, chi erano, cosa facevano. Ripeto: IMBARAZZANTE ED INUTILE [MINI-SPOILER DA ASOS: Si, lo so... Roose Bolton eccetera. Ma davvero, girato pessimo. Il sigillo io l'ho notato a malapena. I non-lettori non sanno manco dove sta di casa questo...]
Dimentico qualcuno? Probabilmente sì, ma non ho voglia di ricontrollare... Ah, già...
Bronn - Perdonami Bronn...io adoro Bronn e rido come una disperata ma seriamente... i minuti più sprecati dell'episodio. Capisco la quota tette e che siamo su HBO, ci mancherebbe e sempre sia lodata HBO. Però io avrei evitato le tette e sarei passata a qualcosa più di sostanza...

Assenti ingiustificati? Una su tutte: ARYA. Dico, fate una puntata intitolata Valar Dohaeris e non vi viene neanche in mente di farci vedere Arya??? Nonsense assoluto. Io poi aspetto di vedere come si comporteranno con la storyline di Bran: come si muoveranno in questa dimensione sempre più soprannaturale?  Poi manca Jamie, il mio amato Nikolaj Coster-Waldau. Sembra che vedremo qualcosa nel prossimo episodio. CAN’T WAIT!
La mia valutazione: 3/5 stelline.  GoT vai bene ma puoi fare di meglio. Siamo ancora lontani dai fasti di Baelor o Blackwater...

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