Iniziamo con l’avvertimento di Melisandre:
Capito? Bene.
Ho raccolto un po’ di impressioni dalla rete, circa il nono episodio: The Rains of Castamere, altrimenti detto The Red Wedding.
Si possono riassumere in questa serie di disegni trovati su tumblr, a ciascuno il suo:
Non li trovate perfetti anche voi?
***
Ora, ci sarebbe da domandarsi perché aspettare con ansia, da parte dei fan più accaniti, che sghignazzano da mesi, di vedere una scena di cui già si sanno le conseguenze, e poi lamentarsi perché “nel libro è meglio”. Ma non lo farò, non lo chiederò, perché non ho la forza di star dietro a queste leggerezze.
Parlando quindi dell’episodio in termini meramente tecnici: l’unica parte debole è quella della mia Khaleesi, che sembra una ragazzina che sospira per il prode guerriero, Daario, mandando in frantumi il cuoricino del fedele Mormont. Una sorta di High School musical, ambientato nel deserto. Dove Verme Grigio veste i panni di uno spartano direttamente da Trecento, lo stile di combattimento lancia e scudo è praticamente il medesimo, ed è fighissimo, nonostante sembri un ragazzino pure lui, per nulla pericoloso, i suddetti Mormont e Daario Naharis sfoggiano a loro volta abilità guerriere, stili diversi, e a beneficiarne è una cheerleader: Daenerys.
Insomma, pare solo a me che la dignità della Madre dei Draghi sia colata a picco nel giro di cinque minuti?
Ma… a ogni modo, in questi anni ho imparato che in GoT, il telefilm, ogni dettaglio è intenzionale. Quindi staremo a vedere.
Povero…
***
Nessun drago, in questo episodio. E nessun Lannister.
Si riannodano i fili di casa Stark, solo per sparpagliarli ancora un po’.
E così, giunge a una rottura il legame forzato tra Jon Snow e Ygritte, rottura sensata, nulla da eccepire. Lui è ancora un Corvo.
Bran finalmente realizza un traguardo nella vita: è -forse- il mutaforma più potente che Westeros abbia mai conosciuto, e Rickon cresce, affronta da bambino la disfatta incomprensibile del suo mondo. Chissà che futuro avrà.
E poi si torna subito a Arya, insieme a Sandor. Il cui duetto fa un po’ da presagio di quel che seguirà. Arya prova una sensazione familiare a molti di noi, che io stesso ho sentito tante volte, la paura di perdere tutto a pochi istanti dal realizzare una grande impresa.
Per lei, la riunione con la propria famiglia.
E a tal proposito, qui è in atto una perfetta attuazione del dramma.
Non manca nulla, al matrimonio rosso. Ogni dettaglio per rendere più atroce la costruzione della scena è rispettato:
la tensione iniziale, nel confronto tra Robb Stark e Lord Frey
la comicità, nei siparietti delle brutte figlie Frey che procacciano attraverso sorrisi futuri matrimoni
la felicità effimera, che tocca addirittura l’apice
la vendetta che comincia piano, dalle note di una canzone che sembra suonata per caso: the Rains of Castamere, canzone dei Lannister, della quale solo Catelyn si accorge
E poi la violenza che esplode e inizia proprio dall’uccidere la somma felicità di prima, con pugnalate nella pancia di Talisa, che aspetta il futuro della Casa Stark.
C’è persino il gioco di sguardi, congedo tragico, tra figlio, Robb, e madre, Catelyn. L’occhio della madre, che è distrutta dalla morte del figlio.
C’è spazio addirittura per la morte lirica di Vento Grigio, il metalupo di Robb, che condivide l’ultima battaglia terrena del padrone.
Si può persino cogliere la disperazione della presa di coscienza che è proprio tutto finito, che tutta la ribellione Stark è stata inutile, e che i Lannister hanno vinto su tutta la linea.
Quindi, nulla, direi che l’episodio è perfetto. E la palma della miglior interpretazione spetta stavolta a Michelle Fairley-Catelyn. Davvero superba.
***
A questo punto si potrebbe discutere della scelta di Martin di creare personaggi siffatti, fornir loro un obiettivo preciso, spessore, farli amare, e poi strapparli brutalmente, prima che abbiano raggiunto compimento.
E si possono fare due ragionamenti, a riguardo.
a) dal punto di vista narrativo non è sbagliato, è solo insolito. Dal momento che non trattasi di personaggi comuni, bensì intorno ai quali è stata costruita una saga, è quanto meno singolare vederli sacrificati in questo modo. Rende in un certo senso inutile la loro stessa esistenza.
se però consideriamo la questione dal punto di vista del realismo…
b) c’è da sottolineare il fatto che la morte non è mai giusta, e spesso, spessissimo arriva a interrompere i piani di tutti noi.
Sono pochi quelli che possono dire di aver compiuto tutto ciò che volevano compiere. Quindi che Robb muoia, che Catelyn muoia, è evento sensato, alla luce della democrazia assoluta della Nera Signora, che se ne fotte degli impegni di coloro che ha deciso di prendere, e alla luce del fatto che anche gli altri protagonisti, i Lannister, hanno i loro obiettivi e le loro azioni da compiere.
Si tratta in sostanza, e Martin è molto abile nell’applicarlo senza sentimentalismi, del consueto conflitto di Libertà.
La libertà di Robb di perseguire i suoi piani finisce laddove inizia quella di Tywin di distruggerlo. La libertà di Tywin è stata più forte.
***
Il sentimento generale di molti lettori nei confronti di Martin
E sulla questione brutalità, le suddette coltellate alla donna incinta, inutile dilungarsi. Nel corso della storia, quella vera, sono state commesse atrocità ben peggiori.
È solo l’ennesimo dettaglio truce e realistico che fa di Game of Thrones un ottimo serial.
Il fatto che orde di fan detestino Martin e lo amino allo stesso tempo stabilisce che abbiamo di fronte un ottimo narratore. Non c’è prova migliore. O più definitiva.
La prossima è l’ultima puntata. Vediamo che succede. Anche se sento già gente che sghignazza… dannati loro.
Episodi precedenti QUI