Puntata molto attesa e terzo episodio “Rosso” dopo ne Nozze di Rob e il Matrimonio di Joffrey. Ormai vi sarete spoilerati di tutto online e su Facebook ma io ve lo dico, qui si fa altrettanto.
Questa settimana, tutti a puntare sul match tra la Vipera Rossa e la Montagna che Cavalca, vero? Lo so, la mia recensione arriva tardi, anche per la mia media settimanale visto che tardo di un giorno, ma ve la beccate comunque. Il dubbio è, partiamo subito da qui o facciamo una scampagnata in giro per gli altri plot come hanno fatto gli autori, coltivando la suspense fino in fondo? Ah, non sarò certo io a rendervi la vita facile, perciò aspetterete la fine del post. E mi raccomando di leggerlo tutto perché the Moon Door awaits you!
The North
La Sindrome di Stoccolma di Theon è grossa quanto il Nord, infatti è sufficiente a consegnarlo nelle mani di Ramsay che per questo viene riconosciuto da suo padre e finalmente diventa un vero Bolton. Momenti di commozione e tenerezza – beh, per un Bolton di Dreadfort che ha un uomo scorticato sullo stendardo – e il Nord ha il suo nuovo Lord.
The Eyrie
Meereen
King’s Road
Reazione fantastica!
Non so voi ma io ne sono stato coinvolto, anche perché è il genere di reazione isterica che ti piglia quando leggi Martin
King’s Landing
Bello anche il dialogo un po’ eccentrico tra Tyrion e Jaime sul cugino Orson “Kuhn kuhn kuhn” Lannister, simpatica allegoria degli dei e della morte o – come mi è capitato di leggere spulciando la rete – forse un richiamo a Martin stesso e alla sua tendenza a uccidere in modo apparentemente indiscriminato, cosa che suscita la curiosità e la perplessità di Tyrion.
Ma ecco che suonano le campane ed è ora del combattimento, perciò tutti fuori a godersi il match.
- Nell’angolo alla mia sinistra, Ser Gregor Clegane, la Montagna che Cavalca! L’uomo più grosso e brutale dei sette regni; stupratore di regine, spiaccicatore di principi e cuciniere di fratelli al barbecue!
- Alla mia destra, il Principe Oberyn Martell detto la Vipera Rossa, fratello minore di Doran Martell, Signore di Dorne. Abile con la lancia dentro e fuori dal letto – if you know what I mean – donnaiolo, guerriero, sbruffone, amante della vita eccetera eccetera.
Per la realizzazione di questa cronaca devo ringraziare i miei maestri Johnny Gomez e Nick Diamond.
Sotto lo sguardo torvo di Tyrion, Oberyn manda giù del buon vino e amoreggia con Ellaria Sand, la sua amante dorniana (e madre di alcune delle sue figlie, note come Vipere delle Sabbie). Sembra fin troppo sicuro di sé ma quando la lotta inizia pare posseduto da Inigo Montoya e Roberto Bolle. La Montagna non sa da che parte girarsi mentre questo ballerino “spagnolo” gli vortica intorno, colpendolo qua e là, ingiungendogli di ammettere i suoi delitti contro la sorella e i nipoti, colpendo e sparendo in una capriola o facendo la ruota come un pavone kung fu. Gregor però non si lascia distrarre; gli spezza la lancia e sfrutta la sua massa fisica per mantenere salda la posizione, poi tenta qualche affondo, ma la Vipera schizza da tutte le parti come scintille sull’incudine. In fine, Oberyn va di affondo e la Montagna crolla, trafitto dalla lancia di Dorne. Ah, l’ironia! Dalle tribune reali si alza uno stupore tangibile, mentre Tyrion azzarda un sorriso che è più una dolorosa smorfia di sollievo. Tuttavia Martin è ancora lì che agita la penna come una lama di Valyria e Oberyn commette un errore fatale: si avvicina a Gregor e gli ordina di ammettere i suoi crimini e fare il nome del mandante (Tywin, ovviamente), ma la Montagna si desta, lo afferra per il capo ed elencando le violenze sulla sorella, prima gli affonda i pollici nelle orbite e poi gli schiaccia il cranio a mani nude, così come fece ai suoi nipoti. Crollano entrambi e sul silenzio della folla, sul trionfo di Cersei e sulla disperazione di Tyrion, si leva la voce di Tywin che lo dichiara colpevole. Titoli di coda muti e a lutto.
«Now cracks a noble heart. Good-night, sweet prince;
And flights of angels sing thee to thy rest».
― William Shakespeare, Hamlet.
Non ho letto i commenti e le polemiche dei fans sulla scena ma vi dico la mia: mi è piaciuta.
Dei libri ho questo offuscato ricordo di un personaggio powerplayer che arriva in città e viene fatto a pezzi in poco tempo, un fuoco di paglia che si spegne in fretta. Questa mi è parsa una presentazione adeguata e persino più indulgente.
Certo, Oberyn è troppo sicuro di sé e commette una stupidaggine avvicinandosi troppo alla Montagna, ma gli riconosco le attenuanti per via del profondo affetto che lo legava alla sorella e il modo in cui questo legame ha influenzato tutto il personaggio.
Doveva sciogliere la lingua di Clegane a tutti i costi, smascherare Tywin e vendicare Elia, i suoi bambini e l’onore di Dorne. Ci è rimasto secco nel tentativo ma questo fa di lui un personaggio tragico, disperatamente – e forse scioccamente – romantico ma completo e ben scritto.