(Sì, ci sono spoilers)
Difficile, è davvero difficile commentare questa quinta stagione senza pensare a quel finale.
Un finale che ha lasciato senza dubbio sgomenti, dimezzando gran parte del cast, facendo fuori molti di quei personaggi che si era visto crescere o che crescere potevano, come a voler sempre più sottolineare il sadismo nella scrittura di George R.R. Martin e degli sceneggiatori.
Ci proverò, però, cercando così di tirare le somme di questi nuovi 10 episodi, che c'hanno portato in nuovi regni, in nuovi intrighi e in luoghi in cui sembra non esserci mai una gioia.
Difficile è anche tenere le fila dei tanti personaggi e delle varie storylines, sacrificate di volta in volta per lasciare spazio alla regina incontrastata, a quella Khaleesi che a ben guardare è da un po' che non ne combina una giusta, e che dall'alto della sua piramide di Mereen è alle prese con disordini e rivolte al sapore del sangue. In suo soccorso parte malvolentieri prima, più convinto man mano, quel Lannister in fuga, facendo così gioire i fan per questo connubio e questo incontro di menti dal grande potenziale che potrebbero sì essere le uniche veramente degne di quel trono di spade.
Gli altri li perdiamo via via, tra quello Stannis da queste parti mai sopportato veramente e che riesce a farsi odiare più di un certo Joffrey, quel Tommen sballottato da una moglie che lo soddisfa e una madre che lo travia, i Bolton nel Regno d'Inverno che da casa diventa una prigione per l'emblema del #maiunagioia Sansa.
A darci un respiro di bellezza ci pensano i Martell e la loro splendida reggia, divisa tra un fratello davvero saggio e non certo debole, e una cognata odiosa quanto basta, fino alla fine.
Infine, ci sono gli altri Stark, con il proseguimento di Arya, la sua avventura in solitaria che la porta in un palazzo dove sembra farsi di acidi, ma dove tutto ha il sapore intenso della vendetta e della genialità, e con l'avanzata del prode Jon Snow, che nella 5x08 regala un finale quanto mai intenso e sì, indimenticabile.
A farla da padrone, comunque, più che la sete del potere, tema sempre presente, è quella religione che si installa ad Approdo del Re e a Mereen, che già si era installata nel cuore di Stannis e che manipola in modo più deciso i coinvolti, mostrando una faccia decisamente poco misericordiosa, mostrando come culti, credi e fede cieca, portino a scelte non solo tragiche ma quasi inumane.
Tante quindi le trame da approfondire e da seguire, e come sempre alcune sono più riuscite altre meno, alcune sono più veloci e lasciate in disparte (Margaery? Dito Corto? Bran?), altre chiaramente occupano più spazio, facendo intendere che quella Khaleesi la si deve amare, nonostante la sua momentanea staticità, e che portano a una decisa accelerazione negli ultimi episodi.
Quel che è certo, comunque, è che quell'inverno di cui da cinque anni a questa parte tanto si parla, è finalmente arrivato, che dalla Barriera al Nord, la neve, il freddo e il gelo iniziano a farsi sentire, e con loro arriva anche un esercito difficile, se non impossibile, da battere.
Inutile stare ancora a sottolineare la precisione della regia, le riprese mozzafiato che, siano battaglie, siano vere e proprie walk of shame, siano voli improbabili o siano paesaggi all'apparenza incontaminati, appunto, mozzano il fiato e ne fanno delle scene incredibili, e inutile stare a sottolineare interpretazioni intense, magari senza grosse sfumature nelle espressioni ma decisamente adatte al personaggio.
Inutile stare a sottolinearle perchè quello che davvero preme è quel finale, quel finale che lascia attoniti, muti davanti allo schermo che si fa nero, e che fa partire supposizioni, bestemmie e pure un po' di amarezza.
Come sempre bisognerà aspettare un anno, un anno in cui praticamente tutte le storylines costruite finora avranno bisogno di una svolta, di un nuovo territorio, addirittura, a cui approdare.
Ovvio che saremo qui ad aspettare, con quello schermo nero a farci compagnia.
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