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Gang bang: come il fumetto rilegge quattro decenni di storia (de Il Manifesto)

Creato il 11 gennaio 2012 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco

Gang bang: come il fumetto rilegge quattro decenni di storia (de Il Manifesto)> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="325" width="236" alt="Gang bang: come il fumetto rilegge quattro decenni di storia (de Il Manifesto) >> LoSpazioBianco" class="size-full wp-image-43256 alignleft" />Gang Bang è una antologia uscita assieme al quotidiano Il Manifesto, una tessera dei festeggiamenti per i 40 anni del giornale, e successivamente in fumetteria grazie alle Edizioni BD.
Quattro decenni di storia passati tra le pagine del giornale vengono qui ricordati attraverso uno squadrone di autori tra i più rappresentativi del fumetto italiano, soprattutto tra coloro in grado di muoversi con disinvoltura e personalità tra fumetto popolare e volumi da libreria, ma che non sempre hanno l'opportunità di esprimersi in forma di racconto breve e senza vincoli di stile e genere.

È interessante la natura delle storie, il progetto e filo conduttore che le unisce: ogni racconto parte da una notizia apparsa sul quotidiano, con tanto di ritaglio introduttivo, per dar vita a storie di fantasia, più o meno aderenti alla realtà, di genere e tono libero e quindi molto vario.

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Siriani

È curioso quindi osservare quali ricordi restino impigliati nella rete della memoria: tra tanti avvenimenti, rivoluzioni, guerre, disastri, personalità, sceglierne uno in particolare, magari "minore" rispetto al peso storico accreditato, attraverso il quale esprimersi, rappresenta un segno distintivo dell'autore e porta a interrogarsi a propria volta su quale sarebbe stata la nostra scelta se avessimo avuto lo stesso compito.
Una scelta che pesa ancor di più visto che in questo caso si mette in gioco la propria arte e il proprio lavoro. Non a caso infatti ogni fumetto è introdotto dalle parole degli stessi autori, un ulteriore tassello per raccontare, oltre alle storie stesse, i rispettivi creatori.

Unica eccezione a questo schema è il racconto introduttivo, firmato da  Andrea Voglino, uno dei due curatori del progetto (l'altro è Gabriele Polo), e Vincenzo Siriani (che qui debutta con le nuvolette). Il racconto si distingue in quanto funge da introduzione al volume ed esegesi del fumetto tout court. Forse è anche il pezzo meno convincente del progetto, proprio per la sua natura e specialmente rispetto all'insieme delle altre storie, tutte di livello molto alto.

È così Michele Petrucci a introdurre realmente i lettori a quel che si troveranno di fronte. Nel suo racconto il famoso incontro di boxe tra Ali e Foreman, uno degli eventi sportivi più rappresentativi della storia moderna, è il ricordo che fa da sfondo alla vicenda di Lucio, al suo cercare di restare aggrappato al sogno di pugile senza accorgersi che quel treno è già passato. Racconto intenso e doloroso, nel quale Petrucci sfoggia anche un inedito bianco e nero fatto di ombre e tratti netti, in contrasto con i grigi le linee tremolanti e i segni fitti del resto del fumetto. Ecco quindi la chiave di lettura, o almeno UNA chiave di lettura, di Gang Bang: il reale al servizio della narrazione, incipit, spunto o ispiratore di storie non reali.

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Petrucci

Storie non necessariamente realistiche, come evidenziano Diego Cajelli e Andrea Mutti in un racconto tutto ritmo, movimentato, grottesco e dal finale poco consolatorio che mette sotto accusa la progressiva decadenza culturale della nostra società.
Stefano Casini ambienta una storia d'amore tra le strade di Saigon al tempo della guerra del Vietnam: la Storia con la S maiuscola come sfondo di vicende umane.
Invece per Matteo Casali e Giuseppe Camuncoli, affiatata coppia fumettistica che da tempo però non si ritrovava unita, il passato recente è spunto per le suggestioni di un ragazzo, quando le radiazioni nucleari richiamavano facilmente superpoteri piuttosto che morte e malattie. La storia come ricostruzione della memoria dell'infanzia.

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Recchioni

Sono Angelo Ferracutti, Mauro Cicarè e Luca Enoch a riportarci con i piedi per terra con due fumetti crudi e senza spazio per un sorriso. Prendendo spunto dalla cronaca gli autori parlano di razzismo e violenza dietro alla favola degli "italiani brava gente".
Roberto Recchioni, in veste di autore unico, approccia il compito con toni più grotteschi e apparentemente ironici, ma con uno spirito critico rispetto alla politica italiana (e ai suoi aspetti più  assurdi) che lascia nel lettore un sensazione più vicina all'amarezza che al sorriso.
Anche Sergio Ponchione sceglie toni leggeri e, grazie a un tratto capace di muoversi con scioltezza tra realistico e commedia, sceglie di parlare del 1977, tra movimenti studenteschi e manifestazioni nella Bologna di Pazienza, Magnus e Scozzari, mescolando autobiografia e suggestioni.
Chiudono Tito Faraci e Walter Venturi, che propongono un'altra variazione sul tema: il fumetto come viatico per immaginare cosa sarebbe potuto succedere se un singolo evento della storia recente, in questo caso il suicidio di Kurt Kobain, fosse andato in maniera diversa.

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Venturi

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Ponchione

un quadro molto vario per stili grafici, scelte narrative, toni del racconto, finalità, uso dello spunto inizialeuna forte coesione interna

Operazioni di questo genere possono essere ghiotte occasioni per scrittori e disegnatori tanto quanto per i lettori. Collocare un albo come questo in edicola può rappresentare un passo importante e significativo; spiace quindi pensarlo come un esperimento per ora isolato o con la massima aspirazione di diventare appuntamento annuale.
Viene da sperare che riesca a essere visibile e a venire supportato a lungo dal quotidiano, cosa che ne garantirebbe una valida distribuzione e un ruolo significativo e importante per il fumetto italiano.

Abbiamo parlato di:
Gang Bang
AA.VV.
Edizioni BD, 2011
128 pagine, brossurato, bianco e nero - 15,00€ (10,00 con Il Manifesto)
ISBN: 978-88-6123-886-2

Riferimenti:
Edizioni BD: www.edizionibd.it
Gang Bang sul sito de Il Manifesto: www.ilmanifesto.it/iniziative/gang-bang
La presentazione sul blog di Voglino
Roberto Recchioni intervista Voglino


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