Naturalmente lo scontro finale lascerà a terra molti cadaveri...
E'innegabile che Gangster Squad provochi piacere epidermico. Ti accomodi in sala, lo segui senza problemi perchè è veramente molto lineare nel suo svolgimento( pure troppo forse), sei piacevolmente intrattenuto dai soliti ingredienti del gangster movie ( e questo film li contiene tutti, chiameteli clichè se volete) e quando ti alzi dalla tua poltroncina e ti avvii verso casa ti sembra anche di aver visto un bel film con tutte le cosine al posto giusto, ben confezionato, con degli attori che ti piacciono impegnati in un genere che normalmente riscuote la tua approvazione.
E però più ti allontani e più gli trovi difetti e questo film ne ha uno capitale: è totalmente e ripeto totalmente derivativo.
Molti giustamente parlano di questa pellicola come dell'anello di congiunzione tra Gli Intoccabili e L.A. Confidential ( due cosette che qui sul mio ramo d'albero hanno il loro altarino singolo davanti a cui inchinarsi ogni santo giorno) ma io ci aggiungerei anche Dick Tracy perchè mi sembra abbastanza evidente il taglio fumettistico che si è voluto dare a tutta l'operazione.
A partire da Sean Penn, caricato a pallettoni, letteralmente sepolto sotto un orribile trucco e parrucco che lo rende simile a un personaggio di Dick Tracy o di Sin City. Col cappello giusto , che viene sfoggiato in una sequenza nella parte centrale del film, ha anche una certa somiglianza con Freddie Krueger.
La figura che incarna, quella del gangster che vuole entrare nel salotto buono di Los Angeles dalla porta principale è abbastanza caricaturale e i dialoghi tagliati con l'accetta ( ma questo vale un po' per tutto il film) non danno molto spazio all'evoluzione del suo personaggio come a quella degli altri protagonisti in campo, praticamente dei blocchi di granito durissimo.
Si spezzano ma non si piegano.
Vogliamo poi parlare della citazione plateale de Gli Intoccabili nel finale? La scala dell'albergo teatro dello scontro decisivo perchè è così sfacciatamente uguale alla scalinata della stazione del film di De Palma? Manca solo la carrozzella col bambino, che era già una citazione, ma qui poi saremmo arrivati alla citazione della citazione.Forse troppo anche per un film come Gangster Squad che vive solo di luce riflessa.
Il film del giovane Ruben Fleischer tenta una rilettura del genere che magari col suo look fumettistico strizza
l'occhio al pubblico dei teenagers alla ricerca di eroi e antieroi tutti di un pezzo come quelli che vengono raccontati in questa pellicola.
Il problema è che tutto quello che qui vorrebbe essere novità è solo una citazione del passato, non è una rilettura postmoderna del genere come in Public Enemies di Mann, Gangster Squad è un gangster movie figlio della civiltà dei videogames.
Perchè a tratti sembra proprio di essere in un videogame con quella Los Angeles che appare solo come un fondale prerenderizzato.
Ma ci si può divertire.
( VOTO : 6 / 10 )