Così i cancelli potrebbero riaprirsi grazie al coraggio di un imprenditore che, dopo la drammatica chiusura della Zanussi prima, della Electrolux poi, il fallimento della ISI e, oltre un anno di proteste e cassa integrazione, ha dato un’iniezione di speranza ai lavoratori e alle loro famiglie.
E mentre da Firenze continua l’incertezza per la maggior parte dei lavoratori della ex Electrolux, oggi è stata consegnata al Ministro dell’Ambiente Corrado Clini, in visita allo stabilimento Power One di Terranova Bracciolini, la proposta di protocollo d’intesa per la creazione di un nuovo polo delle rinnovabili in provincia di Arezzo. “Il polo industriale di Terranuova può rappresentare un banco di prova per la definizione di un nuovo modello di sviluppo e per la creazione di posti di lavoro qualificati”. Lo ha detto l’assessore regionale all’ambiente e all’energia Anna Rita Bramerini consegnando al ministro dell’ambiente Corrado Clini la bozza del protocollo.
“La nostra Regione – ha spiegato Bramerini durante l’incontro a cui hanno partecipato anche la Provincia di Arezzo, il Comune di Terranuova Bracciolini, il Consorzio TerraNuova e la stessa Power One – è impegnata nel sostegno a filiere produttive nel settore delle rinnovabili, dell’efficienza energetica e in quello del riciclo della materia. Siamo convinti che Power One, leader mondiale nella produzione di inverter per il fotovoltaico, ne rappresenti un esempio significativo e che questa sia la strada da intraprendere per associare sostenibilità ambientale e sviluppo economico come fattori di attrazione d’impresa”.
Poichè le notizie hanno la memoria corta, è giusto ricordare che il 5 agosto 2009, alla presenza di rappresentanti aziendali e istituzionali veniva consegnato al Sindaco di Scandicci il primo pannello fotovoltaico prodotto dalla Isi, ex Electrolux fallita poi nel giugno del 2011. Un’azienda che doveva essere il fiore all’occhiello dell’innovazione italiana in questo settore, figlia di una grande riconversione industriale. Oltre 85 mila metri quadrati di stabilimento dove si sarebbero dovuti produrre 100 MW di pannelli fotovoltaici su quattro linee, più la produzione di grandi inverter e quella di rotori per il mini-eolico. Un polo delle rinnovabili dove era prevista anche la produzione di altri componenti dei pannelli, come le celle dei moduli, così da completare tutta la filiera italiana del fotovoltaico.